Venere privata, di Paolo Bacilieri (Oblomov Edizioni)

Paolo Bacilieri prosegue il suo racconto dei luoghi di Milano e lo fa con uno splendido adattamento di un bel romanzo di Giorgio Scerbanenco. In Venere privata la poetica dello scrittore nato a Kiev ma milanese di adozione si innesta perfettamente nel percorso di Bacilieri, che qui ritrae una Milano della fine anni Sessanta, inquadrata nelle sue strade affollate, nei palazzi squadrati, nelle insegne e nei locali di allora. Una città tanto vivida quanto misteriosa, a tratti disperata, nella quale si muovono personaggi ambigui e carichi di tensioni sopite.
Duca Lamberti, uno dei personaggi più interessanti del noir italiano, è un ex medico, radiato dall’albo per aver praticato un’eutanasia. Dopo aver scontato tre anni di carcere, viene assoldato da un ricco imprenditore per tenere sotto controllo il figlio, alcolizzato e con tendenze suicide. Da queste premesse si dipana una storia ricca di colpi di scena e di personaggi memorabili, che coinvolgerà un giro di prostituzione d’alto bordo e la criminalità internazionale. Ma l’indagine assume anche il valore di un riscatto personale per il protagonista Duca Lamberti, figlio fallito di un ex poliziotto integerrimo e, come tale, deciso a chiudere il caso a qualsiasi costo, coinvolgendo nella sua missione persino degli innocenti.
In definitiva però non ci sono innocenti, nella Milano di Scerbanenco: solo pedine nelle mani di una città senza pace e senza giustizia, in cui la bellezza esiste solo per essere mercificata, oppure per essere tragicamente sfigurata. Forse, è proprio Milano la “Venere privata” del titolo: una bellezza troppo spesso abusata, venduta al desiderio e alla violenza del potere. Con la sua padronanza del linguaggio del fumetto, la sua espressività sempre al servizio della leggibilità, la sua cura dei volti e degli ambienti, Bacilieri interpreta magistralmente il mondo crudo e vivido di Scerbanenco, facendoci sperare di vederlo ancora.