La bestia, di Frank Pé e Zidrou (Nona Arte)
Anversa, 1955. Un carico pieno di animali importati illegalmente dal Sud America arriva in porto. La traversata è stata più lunga del previsto e nessuno di loro ce l’ha fatta, eccetto uno: una strana bestia maculata, simile all’incrocio tra una scimmia e un leopardo, con un’incredibile coda prensile lunga oltre 8 metri.
La creatura riesce a fuggire dai suoi carcerieri, attraversa la campagna belga e trova rifugio nella periferia di Bruxelles, a casa di Jeanne e François, madre e figlio. Lei venditrice di cozze al mercato, lui buon samaritano che raccoglie animali feriti o disturbati. Sono due emarginati all’interno della loro comunità, perché il ragazzo è figlio di una relazione extraconiugale con un soldato tedesco durante l’occupazione del Belgio, che dopo la fine della guerra non ha più dato sue notizie. L’arrivo della nuova bestia di razza ignota porterà ulteriore instabilità nelle loro vite, aumentando i conflitti con vicini di casa e compagni di classe, facendo precipitare la precaria situazione della famiglia.
Come avrà capito chi conosce il fumetto franfo-belga, La bestia è la rielaborazione del Marsupilami, il buffo animaletto creato da André Franquin nel 1952 come comprimario dei fumetti di Spirou e Fantasio. Zidrou e Frank Pé lo ripensano in chiave realistica, cruda, trasportandolo dalla leggerezza della classica bédé umoristica alla cupezza del Belgio ancora segnato dagli strascichi della Seconda guerra mondiale.
Merito dei dialoghi scritti con la solita empatia che caratterizza lo sceneggiatore belga e dei personaggi plausibili e interessanti che mette in scena. Ma merito ancor di più dei disegni di Pé, che spaziano dalla caricatura al grottesco all’iperrealismo estremo e riescono a rendere plausibile, e a volte persino inquietante, anche una bestia assurda come il simpatico Marsupilami.
