
La recensione più breve al mondo, entrata perfino nel libro dei Guinness dei primati, l’ha firmata il critico cinematografico Leonard Maltin nel 2005, quando, nella sua Guida ai film, scrisse la scheda per Isn’t It Romantic, una commedia musicale del 1948 diretta da Norman Z. McLeod. Dato il titolo – traducibile con “Non è romantico?” – e la scarsa qualità della pellicola, Maltin lo recensì con una sola parola: «No».
Il record di recensione fumettistica più sintetica, però, spetta probabilmente a un italiano. Si tratta di un testo apparso su Fumo di China, la testata dedicata al fumetto nata come Bollettino del “Club Giovani Amici del Fumetto” nel 1978 e poi diventata rivista da edicola nel 1989. Sul numero 10, datato luglio/agosto 1991, apparve una recensione fulminante in cui Franco Spiritelli stroncava la serie Faust di David Quinn e Tim Vigil – all’epoca pubblicata in Italia da Edizioni Eden – definendola in maniera lapidaria con solo due parole: «Merda pura».
Faust era una rivisitazione del mito del Dottor Faust ma in chiave splatter, sessualmente esplicita e fieramente incurante del buongusto. L’artista fallito John Jaspers vede uccidere la donna che ama per mano di criminali. Disperato, tenta il suicidio, ma viene fermato da un misterioso individuo di nome M, capo di un’organizzazione criminale satanista chiamata La Mano. M propone un patto: darà a John poteri illimitati, grazie ai quali potrà vendicare la morte della fidanzata, al prezzo però della sua anima. Pubblicata originariamente tra il 1987 e il 2012, la serie raccolse un piccolo gruppo di estimatori, e lo stile eccessivo di storia e disegni attirò l’attenzione di Brian Yuzna, che nel 2000 lo adattò per il cinema. Negli anni Novanta Edizioni Eden lo pubblicò in Italia senza particolare seguito. Nel 2022 Editoriale Cosmo lo ha riportato sugli scaffali italiani in una nuova edizione in volumi.

Critico e curatore di mostre, Spiritelli racconta a Fumettologica che all’epoca seguiva «con interesse, e spesso con entusiasmo, i nuovi autori e le nuove proposte, ma devo dire che i prodotti come Faust mi stufavano presto. Rubo una frase ad Alfredo Castelli, tolta da altri contesti: “Eccellenti grafismi, orgogliosamente privi di senso”, a meno che il senso non fosse quello di anatomie esagerate e continue battaglie, quasi sempre insensate».
Spiritelli aveva comprato Faust e ne era rimasto spiacevolmente sorpreso a causa della scarsa fattura: «Era pieno di violenza gratuita, una costruzione caotica della pagina e privo di qualsiasi tipo di trama. Era fatto solo per colpire le parti basse del lettore (se il lettore è interessato a quel tipo di narrazione)».
Nel settembre 2022, su Fumo di China 322, in occasione della riedizione di Editoriale Cosmo dell’opera, la redazione della rivista ha chiesto a Spiritelli se il suo giudizio fosse cambiato negli anni, ottenendo però la seguente dichiarazione: «Violenza gratuita. Assenza di trama. Sempre concime».

*Si ringrazia Loris Cantarelli per il reperimento delle immagini
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