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NewsIl Festival d'Angoulême esclude Bastien Vivès dopo forti polemiche

Il Festival d’Angoulême esclude Bastien Vivès dopo forti polemiche

vives angoulême petit paul
Un particolare della copertina di “Petit Paul”

L’organizzazione del Festival international de la bande dessinée d’Angoulême ha annunciato la cancellazione della mostra dedicata a Bastien Vivès, dopo le accuse di molestie e pedofilia ricevute nelle scorse settimane dall’autore di graphic novel come Il gusto del cloro e Polina e alle minacce che ne sono conseguite.

Nel comunicato ufficiale, è specificato che la presenza dell’autore è stata annullata proprio per motivi di sicurezza: «Sono state rivolte minacce fisiche nei confronti di Bastien Vivès. Non è quindi possibile accettare per l’evento simili rischi, sia per quanto riguarda un autore che, potenzialmente, per i frequentatori del festival».

La mostra avrebbe dovuto essere una retrospettiva sull’opera di Bastien Vivès ed era originariamente in programma per l’edizione 2023 del Festival d’Angoulême, che si svolgerà dal 26 al 29 gennaio. Dopo l’annuncio dello scorso 28 novembre, però, sui social si sono sollevate proteste nei confronti dell’autore, a cui hanno partecipato suoi colleghi più o meno famosi, tra i quali anche nomi importanti come quelli di Boulet e Pénélope Bagieu.

Il motivo: la pubblicazione nel 2011 del libro Meloni di rabbia (tradotto in Italia da Comicon Edizioni), che si dichiarava apertamente pornografico, ma che fu accusato di mettere in risalto una cultura dello stupro con accenni all’incesto e alla pedopornografia. L’autore ha poi avuto problemi di tipo simile anche con libri successivi come Svuoto mentale (anche questo edito da noi da Comicon Edizioni) e soprattutto Petit Paul (inedito invece in Italia).

Quest’ultimo, in particolare, era stato rimosso dagli scaffali delle catene francesi di librerie Cultura e Gibert, proprio perché accusato di pedopornografia, come raccontammo qui a suo tempo. Il libro aveva per protagonista un bambino di 10 anni con un pene enorme, in grado di far scattare pensieri lussuriosi nelle donne che gli stanno attorno, provocando così situazioni comiche. In quel caso, la casa editrice del libro, Glénat, si era difesa affermando che «questo lavoro non è stato in alcun modo pensato per sminuire, promuovere o legittimare l’abuso sui minori. È una parodia il cui disegno, volutamente grottesco e oltraggioso nelle sue proporzioni, non lascia dubbi sulla natura totalmente irrealistica del personaggio e del suo ambiente».

Per richiedere l’annullamento della mostra al Festival d’Angoulême 2023 erano state aperte negli scorsi giorni persino due petizioni online che hanno raccolto in totale oltre 100.000. la prima organizzata da un membro della commissione indipendente sull’incesto e la violenza sessuale sui minori e sostenuta dal collettivo Prévenir et Protéger e dal movimento #BeBraveFrance che difende, rappresenta e sostiene le vittime della criminalità infantile. Per sensibilizzare sulla questione, è stata organizzata anche una manifestazione dal vivo a Parigi, per sabato 17.

La seconda è a opera invece del Mouvement Écoles d’Art en Danger di Angoulême, secondo il quale «è intollerabile che un’istituzione storica come il FIBD scelga di dare merito e visibilità a questo autore» invece di «onorare un autore le cui opere non sono né violente né discriminatorie». In ogni caso, bisogna specificare che Bastien Vivès non ha mai subito cause legali per il suo lavoro, e le accuse si sono sempre mantenute su un piano mediatico.

Per difendersi, Bastien Vivès aveva pubblicato un fumetto umoristico sulla propria pagina Instagram, affermando che gli sono state imputate intenzioni che lui non aveva e specificando che quello che pensano e fanno i personaggi di un’opera di fiction non è quello che pensano e fanno anche gli autori. «Un po’ come Charlie che è stata accusata di islamofobia» aggiungeva l’autore, in riferimento ad alcune vignette pubblicate dalla rivista satirica Charlie Hebdo che avevano suscitato polemiche.

All’autore sono stati inoltre imputati anche alcuni commenti politicamente scorretti e spesso offensivi sui social, scritti nel corso degli anni (e documentati in questo thread su Twitter). A tal proposito, nel ribadire il proprio sostegno incondizionato alla libertà d’espressione, l’organizzazione del Festival international de la bande dessinée d’Angoulême ci ha tenuto a specificare che «spetta all’autore spiegare, nel modo che ritiene opportuno, il loro significato, la loro ragion d’essere e precisare le circostanze in cui sono state pronunciate».

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