Anche nel 2022 l’animazione ha offerto molte uscite interessanti, non solo giapponesi ma provenienti da molte parti del mondo, fra lungometraggi e serie. Noi di Fumettologica abbiamo cercato di documentarlo quasi quotidianamente con news e recensioni, ma con l’anno ormai agli sgoccioli abbiamo pensato di preparare un “riassunto” di quanto di meglio secondo noi è uscito in Italia in questi ultimi 12 mesi, in modo magari da offrirvi anche qualche spunto interessante per questi giorni di festa.
I dieci titoli che abbiamo scelto comprendono grandi nomi dell’animazione internazionale o piccole sorprese, grandi franchising e studi in ascesa. Si tratta di titoli che sono usciti nelle sale cinematografiche italiane o che sono presenti sulle principali piattaforme di streaming come Amazon Prime Video, Netflix, Crunchyroll e Disney+, che offrono ormai una proposta molto ampia per quanto riguarda l’animazione.
Pinocchio
È possibile dire ancora qualcosa ispirandosi a un romanzo che è già stato trasposto in film animati, film live-action, serie e altre modalità nel corso degli ultimi ottanta anni? Gli ultimi tentativi, come quello di Robert Zemeckis, sembravano suggerire di no. Guillermo Del Toro e Mark Gustafson hanno invece dimostrato che, con il budget adeguato e la totale libertà creativa, è possibile eccome.
Coadiuvato alla sceneggiatura da Patrick McHale – creatore di Over The Garden Wall – Guillermo Del Toro tradisce e al tempo stesso omaggia il romanzo di Carlo Collodi, ma le sue libertà non rifuggono il tema (anzi, i temi) del romanzo. Ci sono gli snodi narrativi che tutti conosciamo, la fata, il grillo parlante, il naso che si allunga, il mostro marino e via dicendo, ma sono quasi tutti reinterpretati, acquisendo un nuovo senso proprio in relazione al percorso di crescita di Pinocchio e, ancor di più, del significato che il personaggio stesso assume nell’opera.
Il regista di La forma dell’acqua ha optato per un approccio meno favolistico, ambientando il film nell’Italia del periodo fascista e racchiudendo il tutto in una nuvola dalle sfumature realistiche. Aiuta il fatto di avere calato il tutto in una precisa collocazione storica, ma a rendere ancor più vero (e crudo) ciò che avviene nel film è il rapporto tra Geppetto e Pinocchio. In tutte le trasposizioni del romanzo di Collodi, la morte del figlio di Geppetto è fuori campo, un evento che ha effetti sulla narrazione e i suoi snodi. Del Toro ha deciso invece incentrare la narrazione intorno a questo evento, mettendolo in scena in tutto il suo doloroso portato.
Del Toro inoltre è riuscito nell’ardua impresa di far convogliare le sue ossessioni estetico-narrative trovando un perfetto equilibrio. In una vicenda che vorrebbe essere favola ma che è tragicamente realistica, Del Toro ha dosato con cura gli elementi fantastici, ancor meglio che in altre sue opere, optando talvolta per un certo gusto orrorifico. Pinocchio, forse, è uno dei suoi migliori risultati, forte del coinvolgimento emotivo e visuale di un’opera capace di parlare a grandi e piccini del grande mistero della vita.
Qui c’è la recensione del film.
(Andrea Fontana)
