Bubble
In un futuro non meglio precisato, un fenomeno inspiegabile e assurdo sconvolge la vita di molti giapponesi: l’apparizione di misteriose bolle provoca infatti la morte di molte persone e genera instabilità gravitazionali a Tokyo, rendendo la città invivibile. Ma questo non ferma un gruppo di ragazze e ragazzi che si divertono a esplorare quel mondo assurdo, sfidandosi con sprezzo del pericolo in una sorta di parkour. Fra questi c’è Hibiki, che soffre di un disturbo dell’udito e il cui incontro con la misteriosa Uta cambierà non solo il suo destino ma anche quello di tutti i giapponesi.
Bubble è un anime che vive di suggestioni altre, mescolandole, sintetizzandole e generando una visione a tratti derivativa ma che per altri versi risulta interessante. Le personalità coinvolte in questo progetto sono del resto di spicco: alla regia c’è Tetsurō Araki, già regista de L’attacco dei giganti, alla sceneggiatura troviamo Gen Urobuchi, noto per il suo lavoro per Puella Magi Madoka Magica e Psycho-Pass, e al character design quel Takeshi Obata che aveva contribuito non poco, con il suo tratto, a definire l’estetica di opere come Death Note e Bakuman. Infine le musiche, che qui hanno un ruolo importante, sono state scritte da Hiroyuki Sawano, compositore della colonna sonora di Promare.
Bubble è un anime che eccelle sul piano del coinvolgimento estetico e visivo. Il lavoro fatto da WIT Studio è in linea con quello, per esempio, di L’attacco dei giganti, strabiliante e frenetico, in grado di fornire una prospettiva tridimensionale ad alcune sequenze lavorando con un’animazione classica in 2D. In più c’è equilibrio – fragile ma costante – tra l’immagine e il sonoro, che funge da elemento narrativo a sé e che crea empatia e coinvolgimento.
Qui c’è la recensione del film.
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