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“Red Room” di Ed Piskor: pensavo fosse Cronenberg e invece era Zio Tibia

red room ed piskor panini comics

Nei meandri del dark web una rete di trasmissioni in streaming denominate Red Room permette, a chi se lo può permettere, di assistere a orrendi delitti in diretta. Una volta pagato per avere accesso alla chat sarà possibile “tippare” i propri aguzzini preferiti, motivandoli a dare sempre il peggio. Ed Piskor immagina un mondo sotterraneo senza limiti, dove il denaro garantisce l’accesso a ogni forma di orrore e coercizione. The Antisocial Network raccoglie i primi quattro numeri della serie edita da Fantagraphic Red Room, nuovo lavoro dall’autore di Hip Hop Family Tree e X-Men: Grand Design, ponendosi come un’interessante via di mezzo tra narrazione orizzontale e raccolta antologica

Nonostante il plot generale non sia ancora chiaro, ci sono personaggi ricorrenti che evidenziano una progressione tra i vari episodi, dimostrando la presenza di una continuity tra un segmento e l’altro. Oltre a questo l’autore si è divertito a disseminare le pagine di spunti e riferimenti che potrebbero benissimo essere sviluppati nei prossimi numeri o lasciati cadere nel nulla, affidando al lettore l’incombenza di colmare le ellissi. Quello che si ottiene è la percezione di un intero universo narrativo totalmente oscuro – composto da costumi, misteri, nomi in codice e doppie identità – fatto per essere esplorato. 

Nonostante l’approccio goffamente tecnologico dato da riferimenti al dark web, a Bitcoin e cloni di Twitch, Red Room è essenzialmente un fumetto nostalgico. Come l’autore specifica fin dalla prefazione del volume, l’ispirazione arriva da vecchi splatter in VHS e dalla lettura bulimica di consunti libri horror di seconda mano. In uno degli episodi raccolti vediamo due ragazze vagare per quella che sembra una convention di fumetti, alla ricerca di una vecchia videocassetta di Cannibal Holocaust

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Chiunque abbia superato una certa età sicuramente ricorda quanto era difficile procurarsi una copia decente del cannibal movie di Ruggero Deodato. Erano gli anni in cui si battevano al tappeto tutte le videoteche alla ricerca di qualche vecchia copia dismessa o, ancora meglio, di un fallimento imminente dello stesso esercizio. Per quanto sembri crudele era l’unica strada per acquistarne in blocco tutta la sezione horror senza svenarsi. Ai giovani potrebbero sembrare pratiche astruse e prive di significato, ma prima della rivalutazione tarantiniana (e del successivo recupero da parte di compagnie specializzate) e dell’arrivo di Internet, questa era l’unica via per procurarsi le opere firmate dai vari Fulci, Massacesi, Mattei o Soavi. Senza pensare poi alle produzioni estere, dai famigerati Guinea Pig ai capolavori di Jörg Buttgereit, rintracciabili solo attraverso il circuito del tape trading internazionale.

Ed Piskor scriverà anche delle nuove frontiere del web più nascosto, ma in realtà con la testa è rimasto a quegli anni di continuo ravanare nel fango più underground. Come al solito il suo lavoro è sospeso tra omaggio e ricerca filologica e ancora una volta passa attraverso il disegno, questa volta ispirandosi ai campioni dell’horror anni Ottanta come James O’Barr, Tim Vigil, Vince Locke e Timothy Truman. Il tratto si è fatto più sottile e nervoso rispetto ai suoi libri precedenti, introducendo toni di grigio e un’inedita propensione al particolare.

Alla stessa maniera tutto il worldbuilding di contorno passa attraverso il medesimo trattamento retrofuturista. L’interfaccia delle Red Room non ha nulla dei nuovi Discord o Twitch, ma pare ricalcata – font comprese – sui sistemi operativi dei primi pc casalinghi. L’approccio di Piskor è come al solito enciclopedico e compilativo, scegliendo un argomento – questa volta le visioni splatter della sua adolescenza – e dissezionando fino alla particella minima.

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Se la pensiamo in questo senso Red Room è una versione trash e sboccata di Videodrome, priva di qualsiasi forma di approfondimento e imperniata unicamente sul mettere una a fianco all’altra una serie di vignette il più trucide possibili. Per nostra fortuna l’autore non ha nessuna velleità paternalistica – nonostante il titolo The Antisocial Network, stampato su un pattern composto con il logo dei Bitcoin – evitandoci ogni sterile critica agli aspetti più oscuri di Internet e delle criptovalute. Semplicemente si racconta di una specie di Twitch dove la gente muore male perché i ricchi sono annoiati e non sanno come passare il tempo. Si tratta di satira di grana talmente grossa che il messaggio non arriva neppure, limitando il senso della lettura alla ricerca del gore sempre più kinky. Scordatevi le profonde riflessioni di Cronenberg, limitatevi a una versione ultraviolenta dei racconti di Zio Tibia.

Il maggiore problema di Red Room è che, tutto sommato, risulta una lettura divertente quando invece vorrebbe essere scioccante. Non c’è autentica provocazione tra le sue pagine e tutto si riduce a un filmetto splatter girato con gli amici la domenica pomeriggio. Tra gli extra del volume c’è una sezione denominata “Commento del regista” dove vengono chiosate le vignette più interessanti. In una di queste vediamo il cadavere di un uomo appeso per le braccia, con la testa divelta da un’esplosione. Alle spalle del corpo deturpato compare il torturatore, sovrapponendo la sua testa a quella mancante del malcapitato in un crudele gioco prospettico. Dalle annotazioni si capisce come la preoccupazione più grande di Piskor al riguardo fosse che, nella versione della pagina miniaturizzata per le anteprime web, la vignetta sembrasse suggerire un cunnilingus. Nelle note l’autore segnala questa visione come “molto più volgare” rispetto alle sue intenzioni. 

Come nella più classica e reazionaria visione dell’horror statunitense la messa in scena di un atto sessuale innocuo è considerata più oltraggiosa di un omicidio efferato. La definizione di Red Room sta tutta qui. Vorrebbe dare al pubblico qualcosa che lo disturbi e invece si limita a essere un fumetto nostalgico, privo di un autentico sconfinamento in ambito adulto.

Red Room
di Ed Piskor
Panini Comics, novembre 2022
cartonato, 208 pp., colore
26,00 € (acquista online)

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