
ComiXology – la principale piattaforma per l’acquisto e la lettura online di fumetti americani, rilevata da Amazon nel 2014 – sta attraversando un periodo critico che dovrebbe portare alla chiusura dell’app entro la fine dell’anno.
Nelle scorse settimane, quasi il 75% dei suoi dipendenti è stato licenziato. La notizia era stata diffusa da un dipendente su Twitter ed è stata poi confermata da alcune fonti interne a The Beat, che asseriscono che ComiXology verrà chiusa a fine anno. I licenziamenti dovrebbero avvenire in tre momenti: una parte cospicua dello staff è già stata allontanata mentre gli altri dipendenti dovranno abbandonare la posizione tra giugno e ottobre.
La prevista chiusura di Comixology fa parte di un ridimensionamento interno ad Amazon che ha già coinvolto 18.000 persone, sparse tra le varie divisioni del colosso. I primi effetti dei licenziamenti si sono già visti: Bleeding Cool riporta che i nuovi fumetti Marvel usciti nell’ultima settimana di gennaio non sono stati caricati sull’app Marvel Unlimited, che si appoggia a ComiXology.
Fondato nel 2007, ComiXology è stato il principale portale per l’acquisto di fumetti in digitale. Nel corso degli anni, sono poi nate realtà più o meno grandi, spesso legate a un editore (Marvel Unlimited, DC Universe Infinite, Shonen Jump Vault, Global Comix, Panel Syndicate, Dark Horse Digital Comics), ma nessuna ha mai eguagliato il catalogo di ComiXology.
Nel 2018, ComiXology aveva poi lanciato una propria etichetta di fumetti originali, ComiXology Originals, con cui hanno pubblicato opere di Chip Zdarsky e Scott Snyder. Quest’ultimo aveva firmato un contratto per produrre otto nuovi titoli attraverso la sua etichetta Best Jackett Press. Nel febbraio 2022, l’app era diventata parte integrante di Kindle, non senza problemi tecnici che erano stati risolti solo di recente.
La notizia dei licenziamenti ha smosso gli addetti ai lavori negli Stati Uniti, sollevando il problema di sostenibilità del fumetto in digitale, dal momento che l’app più fornita di tutte sta per essere chiusa. Solo l’anno scorso, la piattaforma di newsletter Substack aveva investito importanti risorse per coinvolgere fumettisti di primo piano (tra cui Grant Morrison, Jonathan Hickman, Chip Zdarsky e James Tynion IV) nella creazione di fumetti e attirare i loro lettori.
Alex De Campi, fumettista e scrittrice che ha pubblicato i propri lavori anche attraverso piattaforme digitali come Panel Syndicate, ha spiegato che il problema non sono i fumetti in digitale, ma la forma del contenuto e la loro fruizione: «I ragazzi leggono Shonen Jump sull’app apposita, i webtoon o i graphic novel. […] Scott Snyder si è lamentato di quanto poco vendano i suoi fumetti digitali, e Substack deve aver perso un sacco di soldi con le sue collaborazioni, forse solo [Grant] Morrison e [Jonathan] Hickman ci stanno guadagnando».
Secondo De Campi, l’esperienza di lettura digitale deve essere ripensata per avvicinarsi a quella dei webtoon, spendendo tempo e risorse nell’adattamento della pagina. Ma dei webtoon andrebbe copiato tanto lo stile quanto i contenuti, «solo che la gran parte degli autori mainstream non si vuole avvicinare perché è troppo queer e da femmine perché siano in grado di gestirlo».
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