A partire dal 1° gennaio 2023 molte opere artistiche sono diventate di dominio pubblico, perché è scaduto il copyright che proteggeva diritti e interessi dei loro autori. Le regole che tutelano il diritto d’autore cambiano a seconda del paese in cui quell’opera è stata realizzata. In Europa, per esempio, il copyright scade dopo 70 anni dalla morte dell’autore – quest’anno quindi il 1952 (anno in cui non ci risulta che siano morti fumettisti italiani importanti). Anche in Cina, Canada e Nuova Zelanda fa fede la morte dell’autore, ma la scadenza è anticipata a 50 anni dalla sua dipartita.
Negli Stati Uniti, come raccontavamo nel caso di Topolino, si sono avvicendate diverse modifiche della legge originale, arrivando a una regola che impone l’entrata nel dominio pubblico dopo 95 anni dalla data di pubblicazione dell’opera (la versione di Topolino vista nel cortometraggio Steamboat Willie, datato 1928, sarà infatti libera l’anno prossimo).
Insieme a Gita al faro di Virginia Woolf o ai film Metropolis e Il cantante di jazz, anche alcuni fumetti sono diventati di dominio pubblico e possono essere utilizzati da chiunque voglia. L’appeal commerciale non è granché, ma non si sa mai quale inaspettato reboot potrebbe far fortuna.
Muggs and Skeeter
Muggs and Skeeter è un fumetto umoristico scritto e disegnato da Wally Bishop, fumettista all’epoca ventiduenne che si fece ispirare nella creazione di una striscia dopo aver letto la popolare The Gumps di Sidney Smith. Anche Skippy di Percy Crosby, un classico dei fumetti, fornì lo spunto di partenza.
La striscia raccontava le disavventure quotidiane di Muggs McGinnis, un bambino con una maglietta a righe e un gilet con la lettera M che viveva con i nonni. Furono poi introdotti l’orfanello e fratello adottivo Skeeter e l’enorme cane dei due, Hoiman (“Herman”, detto con l’accento di Brooklyn di Skeeter).
Inizialmente intitolata Muggs McGinnis, cambiò nome nel 1936, restando, come scrive Maurice Horn in 100 Years of American Newspaper Comics: An Illustrated Encyclopedia, una striscia dal forte impianto nostalgico che guarda con benevolenza all’infanzia e ne racconta i momenti più giocosi. Bishop continuò a scriverla e disegnarla fino al 1974, raggiungendo un buon e longevo successo per quella che era una striscia come tante con protagonista un bambino.
Little Annie Rooney
Copia spudorata di Little Orphan Annie (1924-2010) di Harold Gray, Little Annie Rooney si ispira alla canzone omonima del 1889, molto popolare in quei tempi, e già base per un film del 1925 con Mary Pickford.
Annie Rooney è una bimba orfana che vive avventure in compagnia del suo cane Zero (la Annie originale aveva Sandy) e usa l’espressione-tormentone «Gloriosky!» (al posto del «Leapin’ Lizards!» di Annie). Anche se era evidente che la striscia era nata per solcare il successo di quella di Harold Gray gli autori iniziarono ad allontarsi dalle premesse per cercare di renderlo un fumetto autonomo.
Realizzata da diversi autori (Ed Verdier, Ben Batsford, Darrell McClure e alti), la striscia andò avanti fino al 1966 ed ebbe un inaspettato successo, pur non paragonabile a quello di Annie: nel 1935 fu adattata nel film Ginger, mentre Harvey Kurtzman dichiarò di essersi ispirato a questa parodia per creare la propria, Little Annie Fanny, pubblicata su Playboy. E perfino James Joyce la citò in Finnegans Wake.
Good Time Guy
Good Time Guy è una striscia durata solo tre anni e creata da William Conselman, sceneggiatore per il cinema che lavorava però anche come fumettista con gli pseudonimi di Frank Smiley e Bill Conselman (la sua creazione più famosa resta Ella Cinders, variazione della fiaba di Cenerentola).
Come spiega lo studioso Ron Goulart nel libro The Funnies: 100 Years of American Comic Strips, il protagonsita della striscia è Guy Green, un ragazzo di buon cuore che vive nella provinciale Cornhay City insieme alla madre vedova. Troppo timido per approcciarsi con la bella Mary Laffer, che pure stravede per lui, Guy ha due sogni: vedere tutti quanti felici e diventare insegnante di ukulele alle Hawaii.
Le sceneggiature di Conselman erano ricche di giochi di parole, e le storie si caratterizzavano per le trame in cui un errore di Guy conduceva sempre a un finale migliore di quello prospettato. Good Time Guy fu disegnato da Mel Cummin, sostituito dopo un anno da Dick Huemer, futuro animatore e soggettista Disney (Alice nel paese delle meraviglie, Dumbo, Fantasia) e poi da Fred Fox.
Bobby Thatcher
Bobby Thatcher fu una striscia di George Storm (autore di altre strip come Phil Hardy e Ben Webster’s Career, oltre che disegnatore per DC Comics e Dell Comics negli anni Quaranta) pubblicata per una decina d’anni. Racconta di Bobby Thatcher, un adolescente orfano che scappa dal proprio tutore, il manesco Jed Flint, per cercare fortuna e scoprire che fine ha fatto la sorella Hattie.
Bobby è un ragazzo volenteroso che si prodriga per il prossimo e finisce sempre in avventure che lo vedono scontrarsi, in un’America rurale molto ben tratteggiata dal segno di Storm, con criminali e personaggi malfamati.
Connie
Connie è una striscia d’avventura creata dal fumettista e illustratore Frank Godwin e pubblicata dal 1927 al 1941 (anche se sulle date effettivamente c’è qualche parere discordante). Il fumetto ha come protagonista la bionda Connie Kurridge, avventuriera dai molteplici lavori e dallo spirito indomito – il cognome Kurridge ricorda la parola “courage”, “coraggio”.
Inizialmente – sulla scia di eroi dei fumetti come Brick Bradford – Connie lavora come aviatrice, ma nel corso degli anni la vediamo destreggiarsi anche come detective, giornalista, beneffatrice… I cattivi sono spesso soggiogati dalla bellezza di Connie, sottovalutando le sue risorse e la sua agilità.
Si trattava di una striscia d’avventura canonica, ma Godwin trovò anche una dimensione realistica: durante gli anni della Grande depressione, per esempio, Connie aiuta le persone che fanno la fila per il pane, una rappresentazione molto realistica della crisi economica che era raro vedere nei fumetti.
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