di Ali Raffaele Matar

C’è un passaggio in particolare, nella seconda metà de Il viaggio di Edmond Baudoin, che non può non catturare l’attenzione del lettore più sagace. Si tratta della scena in cui il protagonista Simon si accorge che la vecchia signora Fanny, dalla quale è temporaneamente ospite, sembra essere di colpo ringiovanita. Tutto a un tratto, le rughe che le solcavano il volto fino a poche pagine prima – tanto profonde che, in una vignetta, il suo stesso viso finisce per diventare la corteccia di un albero – lasciano il posto a una pelle liscia e radiosa e a un sorriso innamorato della vita.
È effetto di un abbaglio, di un miraggio, o il risultato di una catarsi? È la stessa Fanny a svelare l’arcano all’incredulo Simon. Si tratta di un sogno e, al contempo, del frutto della potenza dello sguardo di Simon. A questa rivelazione aggiunge anche che gli occhi sono magici. Ed è proprio l’esaltazione dello spirito di osservazione a definire una delle chiavi di lettura di tutta l’opera: «Andare fino all’altro capo della Terra o fare il giro del proprio paese è lo stesso viaggio: è solo una questione di sguardi».
Per festeggiare gli ottant’anni del più longevo e amato dei fumettisti d’oltralpe, è arrivato finalmente anche in Italia, pubblicato da Comicon Edizioni, Il viaggio, opera tra le più importanti di Baudoin, rimasta colpevolmente inedita fino ad oggi, sebbene la sua pubblicazione originale risalga al 1993.

Il viaggio, così come Insalata nizzarda – raccolta di racconti già data alle stampe diversi anni fa da Coconino Press – rientra nella produzione nipponica del venerato autore francese, che nei primissimi anni Novanta fu invitato, assieme ad altri colleghi europei, da Kodansha, colosso editoriale giapponese che in quel periodo decide di sperimentare la pubblicazione di fumetti di produzione extra-nipponica. Per farlo, l’editore che ha lanciato leggende del manga come Katsuhiro Otomo, Taniguchi Jiro e Kobayashi Makoto, mise a disposizione delle residenze artistiche per diversi maestri della bande dessinée, dedicando loro uno spazio di pubblicazione su Morning, il settimanale a fumetti più venduto dell’epoca tra i lettori adulti, tanto da raggiungere – e, talvolta, superare – la tiratura di un milione di copie a numero, cifra impensabile per il mercato occidentale.
Testimonianza fondamentale di quel periodo fu il saggio concesso da Igort nel 2007 al mensile di geopolitica Limes, per il numero speciale intitolato “Mistero Giappone”, tra le cui pagine l’autore italiano raccontò l’impatto e le dinamiche di questa straordinaria cooperazione nippo-europea:
«Avevo la possibilità di cominciare una collaborazione importante, ma mi era sempre più chiaro che se volevo lavorare a quell’esperimento unico, dovevo comprendere l’idioma grafico locale. Dovevo conoscere la grammatica del manga, perché era evidente che se anche in apparenza poteva somigliare al nostro fumetto, era in realtà totalmente diverso. L’idea era geniale ed ambiziosa: autori provenienti dai quattro capi del mondo impegnati a ricercare le chiavi di un linguaggio grafico-narrativo universale. Una sorta di esperanto visivo. Fu questa magnifica sfida a convincermi che valeva la pena cimentarsi in un viaggio verso quell’universo che appariva misterioso e lontanissimo, alla portata eppure insondabile, che rispondeva al nome di manga».

Ma se Igort decise di guardare al lato più futuristico e sci-fi della cultura pop giapponese, realizzando la storia di Yuri, un bambino che viaggia nello spazio alla ricerca delle sue origini, in compagnia di un robot e un computer, Baudoin, con Il viaggio, restò con i piedi per terra, optando per una narrazione che riprendeva i tratti più onirici e intimistici della sua produzione nonché di un certo filone di fumetto introspettivo giapponese.
Ed ecco la storia di Simon, personaggio piuttosto kafkiano che, di colpo, resosi conto di avere per la testa la proiezione immaginifica di oggetti e pensieri, decide di lasciare alle spalle la monotona routine quotidiana in un viaggio allegorico alla ricerca di se stesso e delle piccole gioie precluse dalla gabbia del lavoro e dal matrimonio.
Ma ancor più degli incontri e dei metaforici vagabondaggi in giro per la Provence, a restare maggiormente impresse nello sguardo di chi legge sono le strabilianti pennellate che Baudoin concede con generosità a noi che non possiamo che contemplare con commossa ammirazione i prodigi di un espressionista del fumetto. Quello che a livello grafico ricorda Kirchner, Modigliani e l’arte africana, a livello contenutistico ricorda il sapore di un film estivo di Rohmer rimaneggiato da Gondry. L’arcaico che incontra il moderno. La vita che si scopre poesia.

Di natura diversa da Il viaggio è il realistico Umani: il Roja è un fiume, pubblicato di recente da ComicOut e realizzato da Baudoin a quattro mani con Troubs, con il quale aveva già collaborato per Viva la vida. Un raffinato e sentito manifesto politico che denuncia la condizione dei migranti fermati alle frontiere europee. Due letture imprescindibili per conoscere e ammirare il lavoro di un autore instancabile.
Articolo originariamente pubblicato su Diari di Cineclub 112 e qui riproposto in una versione editata.
Il viaggio
di Edmond Baudoin
Comicon Edizioni, dicembre 2022
brossurato, 248 pp., B/N
22,00 € (acquista online)
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