Fool Night 2, di Yasuda Kasumi (Dynit)

In un futuro prossimo, la Terra è avvolta da una coltre scura che blocca quasi del tutto i raggi solari e stermina le piante, portando a una drastica diminuzione dell’ossigeno. Per far fronte a questa crisi, viene approvata la “transizione botanica”: chiunque sia prossimo alla morte può scegliere di sottoporsi a un’operazione che, oltre a fargli guadagnare dieci milioni di yen, lo trasformerà in una pianta (detta “spettro botanico”) nel giro di qualche mese.
Il compenso spinge però anche persone in salute, ma disperate per i più vari motivi (economici, esistenziali), a intraprendere questo percorso. Gli studi sugli spettri botanici sono però limitati, gli scienziati non sanno se, per esempio, una persona trasformata in pianta è senziente, in grado di soffrire o pensare. Dopo aver affrontato la transizione, il giovane Toshiro scopre di poter comunicare con gli spettri botanici, e così Yomiko Horai, amica d’infanzia di Toshiro che lavora all’ospedale per la transizione, lo coinvolge nella ricerca di una ragazza che si era sottoposta all’operazione ma era poi sparita.
La premessa di Fool Night – seinen fantascientifico di Kasumi Yasuda, giovane mankaga che con questa serie fa il suo esordio in Italia – non è di certo inedita e gira dalle parti di tanta ecofiction. Eppure Yasuda confonde il lettore con disegni notevoli, immagini con una discreta carica immaginifica e atmosfere inquietanti, scacciando la sensazione di déjà-vu. Il segno è piacevole, morbido nei volti, ma lascia spazio all’inquietudine, con visioni orrorifiche di arti mutati in radici o corpi umani con teste a corolla. Il contrasto tra la bellezza della vegetazione e lo scempio organico non potrebbe stridere di più e, proprio per questo, risultare così indovinato.
In un’amalgama di thriller, giallo e fantascienza, Fool Night è una serie che, se dovesse mantenere alta la fattura anche in futuro e riuscire a bilanciarla con le vicende umane del racconto, potrebbe continuare a riservare piacevoli sorprese.
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