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“Strange World – Un mondo misterioso” non è così male per essere un flop

stange world un mondo misterioso recensione film disney

Searcher Clade, figlio dell’intrepido avventuriero Jaeger Clade, è un onesto agricoltore. Eppure la sua vita non è sempre stata così tranquilla. Da ragazzo ha perso il padre durante una rischiosa spedizione per attraversare le invalicabili montagne che circondano la piccola comunità bucolica dove vive. Se quello che si trova al di là di quelle vette irraggiungibili rimarrà un mistero, nella stessa drammatica occasione verrà scoperta una pianta in grado di produrre energia elettrica. Una rivoluzione in grado di proiettare il pacifico mondo del protagonista in un futuro tecnologico fatto di macchine volanti e campi coltivati. Almeno fino a quando il prodigioso vegetale non comincerà ad ammalarsi, rendendo necessaria una nuova spedizione. Questa volta nei meandri della terra.  

Con un incasso di circa sessanta milioni di dollari a fronte di un budget di oltre centottanta, Strange World – Un mondo misterioso passerà alla storia come uno dei peggiori flop Disney di sempre. Eppure si tratta di un film d’avventura sorprendentemente solido, con asset produttivi di altissimo livello e qualche idea ben più che memorabile. Il tutto costruito attorno a un impianto narrativo molto tradizionale, fatto di una messa in scena da kolossal vero – perfino nelle panoramiche del borgo campestre dove prende il via la vicenda ci si perde nei particolari a schermo – di un rocambolesco susseguirsi di emozionanti scene d’azione e dell’inevitabile risoluzione finale a chiosa di tutti gli archi di crescita personale dei protagonisti. In altre parole, un autentico filmone vecchia scuola. Uno di quelli a cui, forse, non siamo più abituati.  

Nel 2022 Don Hall e Qui Nguyen prendono il coraggio a due mani e mettono in scena un film di genere puro, che non per nulla parte omaggiando i fumetti alla Avon Comics e che fa del senso di scoperta e di avventura la sua principale ragione d’essere. Si tratta di una formula che definire rodata è un eufemismo, eppure da tempo mancava un lungometraggio di evasione così lineare e pervaso da una narrativa – da Jules Verne in poi – di cui troppo spesso ci si dimentica ma che da sempre è garanzia di grandi storie. Purtroppo il disastro al botteghino dell’epopea della famiglia Clade e gli altrettanto deludenti risultati degli ultimi film Disney o Pixar tangenti a questo filone – Raya e l’ultimo drago e Lightyear – fanno pensare a un prossimo futuro dove ci aspetta un gran numero di Encanto e poco altro. 

stange world un mondo misterioso recensione film disney

Strange World – Un mondo misterioso, da parte sua non è certo un capolavoro, ma questo non gli impedisce di essere un ottimo film di intrattenimento. Che basta a se stesso, costruendo una narrazione che campa di tutto quello compreso tra i suoi titoli di testa e quelli di coda e affida allo spettatore un nuovo universo narrativo dove perdersi un paio d’ore senza rimpiangere di averle spese in altro. Potreste dire lo stesso degli ultimi film Marvel o DC? Un risultato non da poco, raggiunto ricorrendo a ogni freccia al proprio arco. Se il design dei personaggi si allinea alla consueta estetica Disney fatta di linee morbide e rassicuranti, la direzione artistica di entrambi i mondi dove si svolge la vicenda porta quel minimo di inventiva che tutti i film fantastici dovrebbero garantire per contratto. Il world building, seppur basilare e accennato il minimo, è solido, restituito sfruttando prima di tutto uno sforzo grafico come non se ne vedeva da tempo. 

Basterebbero queste poche righe per parlare di Strange World, ma è impossibile evitare il proverbiale elefante nella stanza: mai come in questo caso la Disney ha spinto tanto sull’inclusività. Per la prima volta il protagonista di un suo lungometraggio è apertamente omosessuale e, soprattutto, questo non ha ripercussioni sulla storia. Zero tensioni con i genitori, dolorosi coming out, bullismi o drammi alle spalle. Al limite quando Ethan Clade vede il ragazzo di cui è innamorato va in tilt e non riesce più a spiccicare una parola, con la situazione che peggiora ulteriormente quando il maldestro padre cerca di fargli fare una bella figura.

A questo si aggiunge un cast che contiene ogni variante possibile di minoranza – anche intersezionale – e perfino il cane migliore amico del protagonista ha solo tre zampe, tanto per non escludere nessuno. La vera rivoluzione è che questa serie di scelte non hanno alcun peso drammatico. Una scelta, quella di un progressismo così normalizzato, che risulta ancora più forte se si considera quanto sia tradizionale tutto l’apparato che la circonda.

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Una delle scene più rischiose da questo punto di vista è sicuramente [spoiler] il ritrovamento del nonno, ancora arzillo e più ruspante che mai. La scelta più banale sarebbe stata la messa in scena di uno scontro tra la nuova generazione e la vecchia, rimasta isolata per diversi anni. Invece, quando il giovane Ethan chiede consigli amorosi all’appena ritrovato parente – e noi già pregustiamo lo sbrocco da vetero maschio alfa – tutto si risolve con un consiglio improbabile ma tutto sommato affettuoso. Un personaggio che sarebbe stato possibile inquadrare come bolsa metafora di certa mascolinità tossica si rivela così essere “solo” un inarrestabile esploratore privo del senso della paura. Il classico personaggio da romanzo d’avventura, senza nessuna forma di sovrastruttura o di didascalia posticcia. 

Chiude il tutto una morale ecologica tanto legittima quanto iper-didascalica. Di certo la migliore soluzione possibile per far arrivare il messaggio a tutti, ma che unita a tutto il resto delle scelte dei registi ha prodotto il perfetto film da distruggere con il review bombing da parte dei soliti idioti. Cosa stranamente non ancora successa – a oggi il film ha un dignitoso 66% da parte del pubblico su Rotten Tomatoes.

Che questa invisibilità sia frutto di una campagna di comunicazione da parte della Disney sospettosamente lacunosa o di un’identità duale di Strange World – Un mondo misterioso troppo difficile da spendere al cinema non è dato saperlo. Rimane il fatto che difficilmente se ne esce dalla visione insoddisfatti e con almeno qualche scena ben stampata in testa.

Leggi anche: 20 film d’animazione da non perdere nel 2023

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