“Ant-Man and the Wasp: Quantumania”: uno Star Wars ai confini della follia

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Ant-Man and the Wasp: Quantumania è il film diretto da Peyton Reed che inaugura la Fase 5 del Marvel Cinematic Universe. Un universo narrativo che, dopo un periodo altalenante e ristagnante, era atteso a un cambio di passo importante. Be’, la prima buona notizia è che questo c’è stato, soprattutto perché finalmente abbiamo la sensazione che da qualche parte le trame ideate da Kevin Feige e il suo staff stiano andando.

Questo in particolare per merito della presenza di Kang, avversario principale degli eroi del film ma anche di tutta la nuova “Multiversal Saga” dei Marvel Studios. E la seconda buona notizia è che a quanto pare il personaggio funziona molto bene anche sul grande schermo, oltre che nei fumetti. Grazie soprattutto al suo interprete, Jonathan Majors, capace di raffigurare al meglio la brillantezza, il nichilismo e l’altezzosità che il personaggio incarna. E soprattutto di sapere variare registri senza scomporsi troppo, caratteristica attoriale che per vestire i panni di un criminale multiversale dalle infinite sfaccettature sarà piuttosto importante nel prossimo futuro. Insomma, sembra proprio che siamo finiti in buone mani.

La terza buona notizia è che Ant-Man and the Wasp: Quantumania funziona molto bene anche come film a se stante, e non era una cosa scontata, visto che la trama verticale avrebbe potuto benissimo soccombere a quella orizzontale come capitato a volte in passato. La storia è molto semplice e (fin troppo) lineare: Ant-Man e Wasp, insieme a Hank Pym, Janet Van Dyne e Cassie Lang, finiscono accidentalmente nel Regno Quantico – un mondo incredibile molto differente dal nostro e dalle dimensioni subatomiche, ma a suo modo grande quanto un universo – e aiutano gli abitanti del luogo ad affrontare la tirannia di Kang.

Il film manca di “autorialità” – problema annoso dei film Marvel, come ha sottolineato spesso il nostro Marco Andreoletti – e potrebbe confondersi benissimo con qualunque altra pellicola uscita dagli studios diretti da Kevin Feige. Ma la sceneggiatura di Jeff Loveness è brillante e – a sorpresa – riecheggia l’esperienza dell’autore su una serie folle e giocosa come Rick and Morty. Non si arriva di certo ai picchi della creazione di Dan Harmon e Justin Roiland, ma in Ant-Man and Wasp: Quantumania ci sono comunque alcuni momenti a dir poco fuori di testa, che contribuiscono a rendere il film molto godibile dall’inizio alla fine. O magari a farvi incazzare, ma comunque una reazione forte ve la susciteranno. A voler citare uno dei personaggi del film, il termine più giusto per definire il film è infatti “cazzone” (ma in senso buono).

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E poi – pur fra tante piccole e medie sbavature – Loveness e Reed sono stati molto bravi a tenere in equilibrio un film che non concede pause nel ritmo e nell’azione ma che allo stesso tempo è molto più corale dei due precedenti capitoli della trilogia dedicata all’uomo formica. Scott Lang/Ant-Man (interpretato ancora una volta da un Paul Rudd perfetto nel suo essere fuori posto) e Hope Van Dyne/Wasp (Evangeline Lilly) restano comunque i protagonisti, ma in questo caso si sono presi molto spazio anche i già citati Hank Pym e Janet Van Dyne, con Michael Douglas e Michelle Pfeiffer che finalmente sono riusciti a dare più profondità ai loro personaggi. Infine c’è Cassie Lang (Kathryn Newton), che rappresenta un punto di accesso per gli spettatori più giovani, attraverso il racconto del suo scontro generazionale con il padre Scott e la sua storia di formazione.

Per il resto, Ant-Man and the Wasp: Quantumania è un omaggio neanche troppo velato alla saga di Star Wars: ci sono un tiranno che vuole conquistare l’universo, una banda/famiglia di eroi, i ribelli, scenari immaginifici, alieni di ogni tipo, soldati tutti identici fra loro e stupidi come gli stormtrooper e persino una taverna in stile Mos Eisley. In più, il film trasuda della passione dichiarata del regista per i Fantastici Quattro dei fumetti – con una famiglia di avventurieri in viaggio attraverso un mondo fantascientifico – e si concede pure una evidente citazione di Ritorno al futuro. Insomma, un’equazione quasi perfetta.

Se dunque andate al cinema in cerca di un filmone originale e magari che si prenda tanto sul serio, probabilmente Ant-Man and the Wasp: Quantumania vi deluderà. Se invece volete solo passare due ore abbondanti in compagnia di un tipo di intrattenimento brillante, ricco di inventiva e mai noioso, allora non avrete di che lamentarvi. Poi magari fra qualche anno ve ne dimenticherete, ma intanto non avrete buttato via il vostro tempo e i vostri soldi.

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