
Centinaia di giornali statunitensi hanno deciso di non pubblicare più la striscia a fumetti Dilbert di Scott Adams dopo alcune dichiarazioni razziste dell’autore. Lo scorso 22 febbraio Adams ha commentato pubblicamente in un video su YouTube un sondaggio di un’organizzazione conservatrice definendo i neri un «gruppo di odio» e esortando i bianchi a «stare alla larga» da loro.
Tra i giornali più noti che hanno scelto di cessare la pubblicazione della striscia ci sono il Boston Globe, il Los Angeles Times, il Washington Post e il New York Times, che pubblicava la striscia nell’edizione internazionale. Anche Gannett, il più grande editore di giornali americani, che pubblica USA Today in 300 edizioni locali, ha interrotto immediatamente la pubblicazione della striscia, dichiarando: «Anche se rispettiamo e incoraggiamo la libertà di parola, le sue opinioni non sono in linea con i nostri valori editoriali o commerciali come organizzazione».
Successivamente alla decisione dei giornali, Andrews McMeel Universal, il distributore della striscia, ha cessato i rapporti di lavoro con Adams, spiegando in un comunicato: «Siamo orgogliosi di promuovere e condividere molte voci e prospettive diverse. Ma non sosterremo mai alcun commento radicato nella discriminazione o nell’odio».
Dilbert è una delle più note strisce a fumetti al mondo. Creata nel 1989, racconta la vita d’ufficio di Dilbert e dei suoi colleghi ironizzando, in maniera spesso cinica, sui vari aspetti lavorativi e relazionali. Nel suo periodo di massimo successo, tra la fine degli anni Novanta e i primi Duemila, veniva pubblicata su oltre duemila giornali.
Non è la prima volta che Adams fa dichiarazioni razziste o controverse. In passato si è spesso lamentato di aver perso occasioni lavorative per il fatto di essere un bianco. Inoltre, negli ultimi anni si è dichiarato contrario al vaccino per il Coronavirus e, riguardo al sostegno degli Stati Uniti all’Ucraina, ha detto che agli americani è stato fatto il lavaggio del cervello.
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