
Il 31 gennaio, Netflix ha diffuso online l’anime The Dog and the Boy, un corto di tre minuti i cui sfondi sono stati realizzati utilizzando un’intelligenza artificiale.
La storia di The Dog and the Boy racconta il commovente rapporto tra un bambino e un cane robot, che aspetta il ritorno del suo padrone da una guerra scoppiata all’improvviso.
L’anime, diretto da Ryotaro Makihara (Vampire in the Garden, HAL), è stato prodotto da Netflix e dallo studio d’animazione giapponese WIT, che in passato si è già occupato di serie come L’attacco dei giganti e Vinland Saga. Per la realizzazione degli sfondi, la produzione ha collaborato con Rinna Inc., una società specializzata in grafica generata con intelligenza artificiale.
In un tweet per annunciare il corto, il colosso dello streaming ha dichiarato di avere sviluppato il progetto per fare un esperimento e di avere inoltre usato l’intelligenza artificiale per sopperire alla carenza di manodopera dell’industria dell’animazione giapponese, un problema reale dovuto agli alti ritmi di lavoro e alla scarsa retribuzione.
L’anime ha subito scatenato diverse polemiche sui social, soprattutto da parte di autori e animatori, che temono che l’intelligenza artificiale possa svalutare e sostituire il loro lavoro e che hanno inoltre accusato Netflix di aver scelto questa soluzione per risparmiare sui costi di produzione. Un altro fattore che ha suscitato polemiche è il fatto che l’autore che ha usato l’intelligenza artificiale per creare l’anime non è stato accreditato con il suo nome, ma solo con la dicitura “AI (+ Umano)”.
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In molti sui social hanno citato Hayao Miyazaki, co-fondatore dello Studio Ghibli e autore di capolavori del cinema d’animazione come Il castello errante di Howl, La città incatata e La principessa Mononoke, riportando un suo noto commento di qualche anno fa in cui definiva l’animazione realizzata con l’intelligenza artificiale «un insulto alla vita stessa».
«Prima di fare clic su “riproduci”, vorrei chiarire una cosa: non importa se il video risultante è buono o cattivo», scrive Kotaku, in uno degli articoli d’opinione più critici tra quelli della stampa internazionale. «Uno dei più ricchi produttori di anime al mondo ha scelto di non impiegare almeno due animatori viventi per creare il film, e questo non è il massimo per il futuro dell’animazione. O per gli animatori come lavoratori e comunità».
Le critiche a Netflix da parte degli autori sottolineano le preoccupazioni che l’uso dell’intelligenza artificiale ha sollevato nell’ultimo anno nell’industria culturale, artistica e dell’intrattenimento in generale, a partire dall’introduzione di Midjourney, capace di generare immagini in pochi secondi, e più di recente da quella di ChatGPT, in grado di rispondere a domande e creare testi con la naturalezza di un essere umano.
The Dog and the Boy è stato diffuso da Netflix online su YouTube e si può vedere di seguito. Alla fine del video è presente un esempio di come sono stati realizzati gli sfondi:
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