
La sudcoreana Webtoons.com è una delle piattaforme più conosciute non solo in Asia, ma anche negli Stati Uniti e in Europa – in particolare Francia e Spagna – da chi legge webtoon, ovvero i fumetti digitali pensati per la lettura in verticale via smartphone. Proprietà di Naver Corporation, azienda nata sviluppando il principale motore di ricerca sudcoreano, Webtoon è un editore di rilievo che, muovendosi nel mercato dei contenuti narrativi user generated (come ha riassunto il nostro Matteo Stefanelli tempo fa) ha pubblicato titoli capaci di farsi strada anche altrove: è il caso di Lore Olympus di Rachel Smythe, che ha vinto il premio Eisner 2022 ed è stato un bestseller negli Usa in edizione cartacea, ma anche di The Hellbound di Yeon Sang-ho e Choi Gyuseok, diventato una serie tv di successo per Netflix.
Qualche tempo fa il CEO di Webtoon Junkoo Kim ha dichiarato che la parte più importante dell’ecosistema della piattaforma sono i creator. Probabilmente non si riferiva solo agli autori e alle autrici di serie pubblicate (ossia finanziate) dalla piattaforma, leggibili nella sezione Originals, ma anche ai non professionisti che – attraverso un’altra sezione chiamata Canvas, ben visibile sulla barra in alto del sito web o sulla barra inferiore della app per smartphone – possono pubblicare il proprio webtoon e metterlo a disposizione dei milioni di utenti che, in tutto il mondo, usano la app di Webtoon. Oltre a essere un’opportunità per gli aspiranti creator, Canvas è parte integrante del modello editoriale di Webtoon.
Come funziona l’autopubblicazione su Webtoon
Non è difficile vedere il proprio fumetto pubblicato su Canvas. Sempre sul sito web di Webtoon (non sulla app per smartphone) c’è un’altra sezione intitolata Creators 101, interamente dedicata agli aspiranti autori, che mostra come pubblicare il proprio webtoon in soli 6 step: ci si iscrive alla piattaforma; si selezionano due generi narrativi (uno principale, uno secondario) ai quali associare la propria serie; si inserisce il titolo; si scelgono dalle proprie tavole delle miniature (thumbnail) che mostrano un primo piano dei personaggi e rendono visibile lo stile grafico; si lascia una breve descrizione del progetto; infine, si carica il primo episodio. Nella pagina Webtoon Academy si può inoltre attingere a strumenti e consigli per migliorare il proprio progetto.
Per gli aspiranti creator, scegliere di autopubblicarsi su Webtoon rappresenta un’opzione accattivante: questa piattaforma è fatta appositamente per i webtoon, quindi raccoglie in partenza un pubblico interessato a quel tipo di contenuto, e in questo senso è meno dispersiva di altri social come ad esempio Instagram, dove bisogna competere con contenuti di diverso tipo e argomento, e decisamente meglio indicizzata di un sito personale. Inoltre, chi si autopubblica su Canvas non è tenuto a rispettare una cadenza fissa, può condividere il suo lavoro su altri canali web o social personali e può gestire la storia e i temi trattati come meglio crede.
Ovviamente, la difficoltà principale consiste nel far emergere la propria serie sulle centinaia di proposte già esistenti e “spinte” dalla piattaforma. Per fare un esempio, immaginiamo che Netflix abbia una sezione dedicata ai cortometraggi autoprodotti: al di là della soddisfazione di “stare su Netflix”, gli aspiranti registi si troverebbero a dover competere con prodotti già noti e seguiti come Stranger Things e Mercoledì. Una battaglia decisamente impari.
Eppure è solo totalizzando numeri significativi che si può ottenere qualcosa in cambio del proprio lavoro. Qualora infatti una serie Canvas raggiunga più di 1.000 iscritti o di 40mila visualizzazioni, potrà aderire all’Ad Revenue Sharing Program, ossia un sistema per cui gli autori acconsentono a mostrare inserzioni ottenendo in cambio ricompense in denaro.
In verità, fino al 2022 si poteva contare anche sul Creator Rewards Program, che comportava ulteriori premi in denaro messi a disposizione da Webtoon, da un minimo di 100 dollari (circa 89 euro) per 40 mila visualizzazioni a un massimo di 1.000 dollari (poco meno di 900 euro) qualora se ne ottenessero 1 milione e mezzo. Questo programma è stato però ufficialmente chiuso con la vaga promessa di sostituirlo con un sistema simile, togliendo di fatto alle autopubblicazioni qualsiasi compenso proveniente dall’editore, e questo subito dopo che Webtoon aveva orgogliosamente dichiarato su Forbes di aver elargito agli autori oltre 27 milioni dal 2020 a oggi.
Premiare un titolo in base alle iscrizioni e visualizzazioni, senza considerare la sua qualità artistica, risponde essenzialmente a dei criteri di marketing, perché in questo modo ogni sforzo di visibilità fatto in autonomia da un creator Canvas finisce per andare a tutto beneficio di Webtoon. Questo inoltre fa sì che un aspirante autore si relazioni a Webtoon allo stesso modo in cui i content creator si relazionano a un social qualsiasi: studiando i contenuti in modo che siano più appetibili possibile, presidiando la piattaforma con costanza, interagendo il più possibile con i follower.
Atteggiamento del resto incoraggiato dalla vocazione di puro intrattenimento connaturata con il formato webtoon, che presuppone sessioni di lettura brevi attraverso lo smartphone e che quindi si propone come alternativa allo scrolling dei social. Una logica che non ha più molto a che vedere con l’editoria tout court, che cerca di combinare a prodotti di successo anche prodotti di sostanza.
Un trampolino verso una carriera professionista?
È logico che un creator che pubblica su Canvas aspiri a fare il salto e pubblicare su Originals. Perché significa percepire un compenso in base al proprio lavoro, e quindi diventare professionisti agli occhi di Webtoon, anche se lavorare per Originals comporta una serie di vincoli: pubblicare con cadenza regolare solo sulla piattaforma, lavorare affiancati da editor professionisti, cedere quasi tutti i diritti tranne (forse) quelli di pubblicazione in formato cartaceo e almeno una percentuale dei diritti di adattamento a serie tv.
A incoraggiare la speranza di questo salto verso l’empireo dei professionisti c’è il video da pubblicità progresso in cui l’autrice di Lore Olympus, Rachel Smythe, racconta la sua ascesa da creator Canvas sconosciuta a fumettista nota e premiata a livello internazionale. Eppure, posizionare questa unica testimonianza bene in vista nella sezione Creators 101 sembra un facile espediente per alimentare le illusioni e quindi le iscrizioni, senza promettere nulla di concreto in cambio: la selezione dei lavori destinati a Originals è infatti affidata all’imperscrutabile volere degli “editor di Webtoon” e non beneficia di iniziative di scouting riconoscibili in cui gli aspiranti creator possano autoproporsi.
L’unica eccezione è rappresentata dalle Call to Action bandite una tantum, come quella lanciata a marzo 2022, che prevedeva per il titolo vincitore un premio in denaro dell’importo di 50.000 dollari (circa 46.000 euro) e la possibilità di comparire su Originals – una modalità di selezione che ricorda molto i concorsi banditi dagli editori giapponesi delle principali riviste di manga, ma che non rappresenta un appuntamento frequente e regolare in vista del quale gli aspiranti creator di webtoon possano lavorare a dei progetti più curati.
Accanto alle Call to Action, c’è poi l’iniziativa dei Webtoon Canvas Awards, nella quale i lettori, entro un certo periodo di tempo, possono votare le loro serie preferite, in base ai generi e alle categorie. In palio per la serie vincitrice c’è un premio in denaro di 5.000 dollari (circa 4.600 euro) e un accordo finalizzato a realizzare prodotti di merchandising a tema, che sarà Webtoon stessa a vendere attraverso il suo shop online in un periodo di tempo limitato. Un’altra iniziativa quindi in cui la visibilità di un titolo autoprodotto si trasforma in un’occasione di guadagno per la piattaforma.
La logica con cui Webtoon incoraggia gli aspiranti professionisti sembra essere simile dunque a quella che c’è dietro i talent show televisivi, che non sono tanto finalizzati a cercare nuove star – ben venga se ne spunta una – quanto piuttosto a creare spettacolo su chi spera di farcela. Canvas si configura quindi più come uno strumento di affermazione della piattaforma che come una possibilità concreta di diventare professionisti del fumetto.
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