ATTENZIONE: QUESTO ARTICOLO CONTIENE SPOILER DA DYLAN DOG 437

Questa settimana, Sergio Bonelli Editore ha distribuito in edicola il numero 437 di Dylan Dog (intitolato …Ma con un lamento), contenente la conclusione della trilogia che sta ridefinendo nuovamente il protagonista, riportandolo a uno status più simile a quello degli esordi (tanto che nell’editoriale dell’albo viene definita “Trilogia del Ritorno”). Ma in che modo avviene questo cambiamento?
La storia scritta da Barbara Baraldi (su soggetto di Claudio Lanzoni e la supevisione di Tiziano Sclavi) e disegnata da Sergio Gerasi ce lo spiega in modo chiaro, attraverso lo “spiegone” di quello che è il cattivo della vicenda, ovvero Jesper Kaplan, alias Faccia D’Ossa, già visto nei due numeri precedenti. L’uomo innanzitutto afferma di essere un emissario della «entropia, il naturale disordine dell’universo, una forza contro cui lottiamo ogni giorno».
Kaplan spiega poi che gli incubi, i blackout di memoria e i salti spazio-temporali che Dylan Dog e gli altri personaggi hanno vissuto in questa trilogia «sono semplicemente causati dalla realtà che sta riprendendo il suo posto dopo che è venuto il caos», riferendosi alla continuity introdotta da Roberto Recchioni a partire dal numero 337 della serie, intitolato Spazio profondo e pubblicato nel 2014. Se nella trama è l’ordine a sopraffare il caos, nella pratica tutto questo si rifletterà in un accantonamento di questa continuity in favore di un ritorno a situazioni narrative più classiche.
A uccidere – e quindi togliere di scena – tutti i personaggi introdotti con il rilancio di Recchioni è stato lo stesso Kaplan, nel suo ruolo di personificazione dell’entropia. Nel numero scorso era morta Rania Rakim, sergente di Scotland Yard nonché ex moglie di Dylan Dog. Nella terza parte è toccato invece all’ispettore Tyron Carpenter. Entrambi i personaggi erano apparsi per la prima volta su Dylan Dog 339 (Anarchia nel Regno Unito, di Roberto Recchioni, Gigi Simeoni e Giampiero Casertano). Il cattivo John Ghost, infine, era stato già fatto fuori su Dylan Dog 435.
Alla fine dell’albo, Kaplan viene ucciso a sua volta da Dylan Dog, che lo crivella di colpi con una pistola significativamente lanciatagli da Groucho. L’uomo cade a terra e scompare in una nuvola di glitch, come capitato già a molti altri personaggi nelle pagine precedenti. Prima, però, ha il tempo di affermare che «ci vediamo… dall’altra parte dell’incubo… Dylan Dog», non chiudendo del tutto le porte a un suo ritorno.
E ora? Dalla storia si intuisce già quale sarà la “realtà” che ha ripreso il suo posto, con Dylan Dog che tornerà semplicemente a essere l’indagatore dell’incubo, con Groucho al suo fianco e un conto corrente sempre in rosso. Inoltre, l’ispettore Bloch sembra essere uscito dalla pensione per riprendere il suo posto a Scotland Yard (antiemetici compresi).
Del resto, già Baraldi e Lanzoni avevano fornito alcune settimane fa indicazioni su quello che vedremo in seguito alla trilogia: «Dopo queste tre storie, Dylan tornerà al classico, pur rimanendo nella contemporaneità, cosa che lo differenzierà dall’Oldboy, ambientato nei tardi anni Ottanta».
Il cambiamento sarà anche formale: il ritorno al classico sarà segnalato anche da una modifica della testata della serie, che dal numero 438 – in edicola dal 28 febbraio – tornerà a essere più simile a quello delle origini, con un’ombreggiatura sullo sfondo. Nei redazionali del 437, inoltre, Roberto Recchioni, promette che «tutto sta per trasformarsi e anche questa rubrica cambierà forma e struttura».
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