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FocusFumettoStoriaAX, un'oasi nel deserto degli stereotipi manga

AX, un’oasi nel deserto degli stereotipi manga

di Ali Raffaele Matar

ax 100 manga rivista
Copertina del numero 100 di “AX”, illustrata da Sakabashiri Imiri

La stragrande maggioranza di appassionati di manga – ipotizziamo un buon ottanta per cento – conoscerà Shonen Jump, il settimanale su cui per decenni sono stati serializzati titoli amatissimi dai più giovani, da Dragon Ball e Slam Dunk a Demon Slayer e One Piece, detentori di tutti i record di vendite nell’industria del fumetto. Percentuali di notorietà nettamente minori sono riservate, invece, ai titoli rivolti ad altri target, come le storiche riviste di manga per ragazze, da Ribon a Margaret e Nakayoshi, contenitori dei principali shojo manga, dedicati a un pubblico prevalentemente femminile. 

Che siano note o meno in Europa, queste riviste di manga hanno in comune un tratto non indifferente: sono depositi commerciali, costruiti a tavolino per lanciare successi da milioni di copie, destinati a decollare dalla carta verso il grande e piccolo schermo. Per concretizzare questo obiettivo, è naturale che autrici e autori siano sottoposti a rigide regole di mercato. E così, spesso la creatività viene messa in secondo piano, castrata e sacrificata in onore delle vendite. Tematiche e stili devono sottostare agli standard pensati per compiacere il grande pubblico. Chi non segue le logiche mainstream difficilmente troverà spazio nel settore. A meno di dimostrare di sapersi adattare, come hanno fatto negli anni artisti versatili come Furuya Usamaru (autore di titoli come Palepoli, La musica di Marie e Teiichi High School).

kappa at work imiri sakabashira
Copertina dell’edizione italiana di “Kappa at Work” (Star Comics)

Ne deriva un quadro soffocante in cui, agli occhi dei lettori più pretenziosi, il manga appare come un mezzo di espressione limitato, così come lo stile a occhioni e capelli a punta – bambinesco, ripetitivo e stereotipato – non può che far da repellente al pubblico più raffinato, amante della bande dessinée e del cinema d’autore. Qual è, dunque, l’antidoto a una siffatta voragine editoriale? Solamente le riviste underground.

Negli anni, periodici leggendari come Garo o Comic Baku sono diventate rifugio per gli artisti nipponici più innovativi, sperimentali e intransigenti. Artisti che, potendosi esprimere senza vincoli, hanno dato vita a generi narrativi alternativi come il gekiga (incentrato su drammi sociali e esistenziali), l’ero-guro (storie sadiche e grottesche, di cui il nome più rappresentativo è, senza dubbio, quello di Maruo Suehiro, autore di Midori la ragazza delle camelie e L’inferno nelle bottiglie) e l’heta-uma (un filone disegnato volutamente con un tratto approssimativo, al limite dello scarabocchio).

ax manga rivista
Copertina del numero 2 di “AX” illustrata da Mimiyo Tomozawa

Oggi, la libertà che trasudava in passato da Garo (attiva dal 1964 al 2002), ha ritrovato linfa vitale sulle pagine di AX, lanciata nel 1998 e tuttora pubblicata a cadenza bimestrale dall’editore Seirinkogeisha, grazie agli sforzi di una parte del vecchio staff editoriale di Garo.

Tra i pochi periodici giapponesi veramente indipendenti, AX accoglie autrici e autori dagli stili più disparati, talvolta esordienti sconosciuti ma creativi, talvolta vecchie firme note di Garo. 150 numeri usciti, senza interruzione, nell’arco di 25 anni, festeggiati a inizio 2023 in Giappone attraverso una mostra ospitata a Tokyo, nel quartiere di Minato, tra gli spazi della Billiken Gallery.

ax manga top shelf
Copertina del volume antologico americano dedicato al decennale di “AX” (Top Shelf)

Per il decennale della fondazione di AX, nel 2008, l’editore statunitense Top Shelf ha dedicato alla rivista un volume antologico, a cura di Sean Michael Wilson e Mitsuhiro Asakawa, contenente trentatre storie accuratamente selezionate dagli archivi, in modo da testimoniare ai lettori occidentali lo spirito anarchico e variegato del magazine.

Va notato che la selezione delle storie di questa raccolta è avvenuta sotto il segno della valorizzazione dell’apporto femminile di autrici e illustratrici, da sempre meno considerate nel panorama editoriale del fumetto alternativo rispetto ai propri colleghi uomini. Una valorizzazione che si riscontra già dall’illustrazione di copertina, firmata da Kondoh Akino.

Non sono poche, difatti, le artiste donne che hanno esordito su AX. Oltre alla già citata Kondoh Akino, vanno menzionate Akiyama Ayuko, che si è specializzata negli anni in storie dal sapore folkloristico, con un’attenzione particolare verso l’entomologia, Mimiyo Tomozawa, divenuta celebre per le sue particolarissime illustrazioni di personaggi paffuti, coloratissimi ma inquietanti, che potrebbero aver ispirato il ben più noto Joan Cornellá, Gotoh Yuka, la più nota autrice donna di hetauma, e Nakano Shizuka, illustratrice dallo stile ricco di retini, le cui storie sono state pubblicate anche in Francia.

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La copertina dell’edizione italiana di “Tokyo Zombie” (Coconino Press)

In Italia, l’interesse per le opere sperimentali di AX, dopo la pubblicazione di In prigione di Hanawa Kazuichi, avvenuta nel 2005, è rimasto sopito per oltre dieci anni, per poi ridestarsi nel 2018, quando Coconino Press dà alle stampe due opere serializzate su questa rivista: il caposaldo dello heta-uma Tokyo Zombie di Hanakuma Yusaku e Il mondo degli insetti di Kondoh Akino, raccolta di storie brevi dove insetti e oggetti diventano simboli che consentono di dare una nuova chiave di lettura del quotidiano.

L’anno successivo, Dynit sceglie di tradurre due tra i più grandi capolavori di AX: Viaggio alla fine del mondo dei fratelli Nishioka Kyoudai, dalle atmosfere kafkiane, e Una donna e la guerra di Kondo Yoko, ispirato alla letteratura di Sakaguchi Ango. L’editore perugino Star Comics ha invece pubblicato due delle firme ricorrenti di AX: Sugiyama Minoru con Mother Cosmos, nonché il particolarissimo Sakabashira Imiri, attraverso i volumi unici The Box Man (in precedenza pubblicato anche in Canada e USA grazie a Drawn and Quarterly) e Kappa at Work.

Copertina dell’edizione giapponese di “Viaggio alla fine del mondo” (Dynit)

L’avvio della protagonista di Kappa at Work verso il luogo in cui dovrà sostenere un colloquio di lavoro si trasforma in un’Odissea fantastica, dalle mille commistioni stilistiche, in cui la logica narrativa lascia spazio alle sorprese visive che si celano nelle dettagliatissime tavole dell’opera.

La china portentosa di Sakabashira crea mondi bizzarri, in cui animali, piante, cibi e palazzi si muovono, parlano, interagiscono, e più lingue e culture si intrecciano, creando un mondo utopico, a metà tra fiaba, sogno e fantascienza, dove i personaggi secondari omaggiano quelli di Tsuge Yoshiharu e Ebisu Yoshikazu, storici autori di Garo. D’altronde, la bizzarria e l’imprevedibilità sono un marchio di fabbrica degli artisti pubblicati su AX, un universo creativo che va (ri)scoperto per fuggire dall’aridità dell’omologazione del fumetto nipponico.

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