ATTENZIONE: QUESTO ARTICOLO CONTIENE SPOILER PER BATMAN 133

In Batman 133 assistiamo al terzo capitolo di The Bat-Man of Gotham, il nuovo arco narrativo della testata. A scriverlo è sempre Chip Zdarsky, che questa volta sceneggia per le matite di Mike Hawthorne.
Failsafe, il minaccioso robot creato da Batman per mettere fuorigioco se stesso nel caso ce ne fosse stato bisogno, ha preso il controllo di Gotham City e ha poi teletrasportato l’uomo pipistrello in una Gotham alternativa in cui Bruce Wayne è morto e il giustiziere mascherato non è mai esistito.
Cosa succede nell’albo

Nella realtà alternativa, Batman (chiamato da tutti “Bat-Man”) sgomina una versione dell’Enigmista che stava facendo degli esperimenti sui bambini. Red Mask, inferocito, ordina a Selina Kyle di portargli Bruce Wayne. Dopo aver scoperto che Darwin Halliday, il proprietario delle Halliday Industries, è la versione del Joker di questo universo, Bruce cerca di capire se sia un benefattore o un criminale. Si reca alla tomba del Bruce Wayne di questa realtà e lì incontra Alfred, a cui spiega che deve prelevare il corpo del suo altro sé per capire che cosa l’ha ucciso.
Dopo aver scoperto che l’altro Bruce è stato avvelenato da un gas e che il cadavere emette energia proveniente dal multiverso, Batman si scontra con Dent e poi con Selina, che gli spiega che Red Mask controlla Arkham e la città di Gotham e deve essere fermato. Selina lo porta poi ad Arkham, che non è più un edificio ma una sterminata rete di gallerie sotterranee note con il nome di “Caverne Arkham”.
Nel nostro universo, Robin, grazie all’aiuto di Mister Terrific, scopre che Batman è stato teletrasportato in un’altra realtà da un’arma appartenuta al Giocattolaio che trasportava le persone in altri mondi lasciando nel precedente soltanto una loro versione giocattolo. Tentando di raggiungere Batman, Robin finisce nella realtà in cui sono prigioniere le vittime del criminale. Ad attenderlo c’è proprio il Giocattolaio, pronto a tramutarlo in uno dei suoi burattini. Dopo una breve lotta, Robin torna nella propria realtà, portando con sé il Giocattolaio e le sue vittime.
Appunti sparsi


L’Enigmista alternativo che vediamo in apertura di albo veste un completo rosso mattone che è, a grandi linee, il colore complementare del verde – cioè il colore che caratterizza l’Enigmista della continuity principale. La scena non contiene elementi di trama forte ma serve ad ampliare il nuovo mondo in cui si sta muovendo Batman.
Non so se questo universo avrà un ruolo importante nella gestione di Zdarsky o se serve da cornice narrativa soltanto per questa saga, però è indubbio che lo sceneggiatore lo stia popolando di quante più versioni alternative di personaggi noti per giocarci. E che mondo è? Il classico scenario distopico dove la popolazione è divisa tra ricchissimi e senzatetto, il governo del paese è in mano a milizie dal pugno di ferro.
La scena con il cadavere di Bruce è stata un’occasione persa per sollevare dalla mediocrità questo albo. Batman nel corso della sua vita editoriale ha vissuto ogni tipo di avventura, ma credo che trovarsi faccia a faccia con il proprio cadavere non sia esperienza comune nemmeno per lui. Eppure Zdarsky sorvola sulla scena con una leggerezza e una sciatteria notevoli. Non sarebbe stato male inserire un momento di riflessione sull’assurdità della propria esistenza, su questo strano concetto di morte, lo stesso su cui peraltro ha meditato all’inizio della gestione, ricordando la morte di Robin.
Batman 133 si fa ricordare soprattutto per avermi sbugiardato rispetto a una considerazione che facevo l’altra volta. Notavo che gli autori avevano sparso tra i graffiti della città i nomi o i cognomi di autori importanti nel canone di Batman, ma avevo escluso Bob Kane, in quella che io avevo letto come una frecciatina all’apporto minimo del fumettista. In alcune panoramiche della città presenti in questo numero, il team creativo ha portato avanti gli “omaggi vandalici”, e questa volta il cognome di Kane compare, insieme a quello di Kelley Jones, Adam West e Carmine Infantino.
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