
In Italia, quello delle antologie a fumetti è un universo complesso, fatto di pubblicazioni dal percorso travagliato, che difficilmente trovano spazio sugli scaffali delle librerie. I volumi antologici nascono spesso infatti dall’iniziativa associativa delle autoproduzioni, e al tempo stesso gli editori hanno difficoltà a produrne, visto che il pubblico sembra sempre di più interessato a racconti lunghi o a seguire l’attività di singoli autori.
L’antologia è dunque una grossa scommessa per un editore, e per supportarla viene spesso utilizzato l’espediente della presenza di un “nume tutelare” (si pensi alla serie di antologie Materia degenere, nelle quali c’è sempre un autore affermato a fare da collante e ispiratore al lavoro di altri più giovani) oppure è frutto dell’iniziativa audace di editori che scommettono su talenti dalle caratteristiche artistiche audaci (come A.M.A.R.E., edita da Canicola).
È di recente pubblicazione una antologia che si inserisce nel secondo di questi filoni: un volumetto intitolato Confini e curato da Miguel Angel Valdivia, già responsabile della rivista di illustrazione Le Petit Néant e autore del volume a fumetti Il divino inciampare (Coconino Press, 2019). Pubblicato da Napoli Monitor – sito di informazione, rivista e casa editrice – ospita quattro giovani fumettisti: Mario Damiano, Federica Ferraro, Andrea De Franco e Adriana Marineo.

Gli autori hanno in comune il fatto di provenire tutti dal Meridione e sono stati coinvolti per raccontare storie che ruotassero attorno al tema dei “confini”, appunto. I fumetti presenti nell’antologia sono infatti perlopiù ambientati nel sud d’Italia: in un campo di accoglienza e identificazione per migranti, tra i campi del caporalato, in un quartiere popolare di Napoli e in un museo di arte contemporanea. Come spiega il curatore del libro, quella dei “confini” non è stata però un’imposizione limitativa data agli autori coinvolti, «piuttosto una parola chiave che ci è servita come punto di partenza per avviare un lavoro comune, senza altri limiti, appunto, che riguardassero l’approccio, lo stile. L’unica cosa che ho chiesto agli autori è di non fare delle storie che fossero di pura fantasia».
I quattro fumettisti sono poi tutti dotati di un segno e una sensibilità indie, underground e di ispirazione autoriale. De Franco – che abbiamo già conosciuto con il graphic novel Ultima goccia, pubblicato da Eris Edizioni nel 2020 – si distingue per un segno delicato e astratto, che mette in mostra anche in queste tavole dai toni riflessivi. Quello di Merineo è un debutto interessante, e col suo segno di ispirazione nord-europea la giovane autrice racconta una storia surreale e sognante. È un appassionato racconto di protesta invece quello tracciato da Damiano, che mostra un segno ambizioso e ancora non del tutto ben calibrato. Ferraro – che abbiamo già apprezzato con il graphic novel di debutto E poi muori (per noi uno dei migliori fumetti italiani usciti nel 2022) – narra brutali avventure urbane con un tratto graffiante e ruvido.

Confini è una pubblicazione audace, poiché tocca temi complessi servendosi di approcci narrativi e grafici trasversali e ricercati e scommette su una manciata di autori giovani – anche non del tutto maturi – dando loro uno spazio di espressione e di crescita. Un libro che dunque merita attenzione, soprattutto per scoprire alcuni talenti nascosti del fumetto italiano.
Confini
di Mario Damiano, Federica Ferraro, Andrea De Franco e Adriana Marineo
a cura di Miguel Angel Valdivia
Monitor Edizioni, novembre 2022
brossurato, 128 pp., b/n
16,00 € (acquista online)
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