
Il fumettista statunitense Al Jaffee, una delle firme storiche di Mad Magazine, è morto all’età di 102 anni.
Jaffee nacque il 13 marzo 1921 a Savannah, Georgia, da Mildred e Morris Jaffee, ebrei immigrati dalla Lituania. Primo di quattro figli, durante la sua infanzia venne sballottato tra gli Stati Uniti e la Lituania dai due genitori, per poi stabilirsi definitivamente in America alla fine degli anni Trenta.
Nel 1941, dopo aver provato – invano – a trovare un impiego presso le agenzie pubblicitarie newyorchesi («più bianche di un giglio e restie ad assumere ebrei»), iniziò a lavorare per l’industria del fumetto, in gran parte di matrice ebraica. Scrisse e disegnò Inferior Man e Ziggy Pig and Silly Seal per Timely Comics e Atlas Comics, sotto la direzione di Stan Lee, curando inoltre i titoli umoristici e per i più piccolo.
Nato Abraham Jaffee, assunse il nome di Al dopo aver preso parte alla seconda guerra mondiale: «c’erano un sacco di atteggiamenti antisemitici tra i ranghi» raccontò a Mother Jones. «Avevo un caro amico nell’esercito che si rifiutava di chiamarmi persino Abe – mi chiamavano tutti Al, per qualche ragione».
Vedendo i suoi lavori, un commilitone gli consigliò di diventare insegnante d’arte. Finì così in un centro di riabilitazione della Florida e poi al Pentagono, disegnando opuscoli e poster. Lì, seguendo l’esempio di un soldato che si era fatto cambiare legalmente il cognome da Livshitz a Lipton, cambiò il proprio nome in Allen. Sempre durante il suo impiego al Pentagono conobbe Ruth Ahlquist, con la quale si sposò nel 1945 (ebbero due figli, si separarono nel 1967 e Jaffee si risposò nel 1977 con Joyce Revenson).
L’anno successivo, tornò alla vita da civile e riprese a lavorare come fumettista. Nel 1955 cominciò a collaborare con Mad Magazine, rivista satirica per cui inventò, nel 1964, il fold-in, un paginone centrale (parodia di quelli di Playboy e Life) che, piegato, rivelava una gag. Il primo fold-in vedeva Elizabeth Taylor baciare – a seconda della piega impressa alla pagina – prima Eddie Fisher e poi Richard Burton (l’attrice aveva appena lasciato Fisher per mettersi con Burton).

L’idea una tantum piacque agli editor, che pensarono che i lettori avrebbero acquistato due copie della rivista, piegando la pagina di una e lasciando intatta l’altra. Jaffee realizzò i fold-in per (quasi) ogni numero pubblicato di Mad fino al 2020 (qui c’è l’ultimo), diventando la firma più presente sulla rivista. Contribuì, come scrittore o disegnatore, a molte altre sezioni del giornale, inventando per esempio le rubriche “Mad Inventions” e “Snappy Answers to Stupid Questions” (“Risposte sferzanti a domande stupide” – l’equivalente novecentesco del blastare).
Nel libro Inside Mad, Desmond Devlin definisce quello di Jaffee «lo spirito di Mad Magazine: intelligente e stupido, arrabbiato ma comprensivo, sofisticato ma rozzo, speranzoso eppure pessimista».
Il suo lavoro ispirò comici come Stephen Colbert e John Stewart, che lo vollero come firma nell’antologia satirica del 2004 America (The Book). Nel 2016, all’età di 95 anni, era entrato nel Guinness dei Primati come autore di fumetti dalla carriera più longeva, per 73 anni e 3 mesi di attività.
«Non sono un insegnante o un predicatore» disse a Vanity Fair nel 2017. «Penso che la cosa importante, nel mio lavoro, sia stata quella di aver aiutato il lettore a pensare per sé stesso. Non si tratta di farli ridere e basta. Quando mostri l’ipocrisia o la stupidità, lo vuoi fare in un modo che lasci lo spazio al lettore per unire i puntini.»
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