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NewsBatman salva Gotham (ma perde un pezzo di sé)

Batman salva Gotham (ma perde un pezzo di sé)

ATTENZIONE: QUESTO ARTICOLO CONTIENE SPOILER PER BATMAN 134

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È uscito il quarto capitolo di The Bat-Man of Gotham, il nuovo arco narrativo in corso di pubblicazione su Batman. A scriverlo è sempre Chip Zdarsky, che questa volta sceneggia per le matite di Mike Hawthorne. Il finale è truculento perché, per salvare la città di Gotham, Batman perde la mano destra.

Se vi siete persi le puntate precedenti, dovete sapere che Failsafe, il minaccioso robot creato da Batman per mettere fuorigioco se stesso nel caso ce ne fosse stato bisogno, ha preso il controllo di Gotham City e ha poi teletrasportato l’uomo pipistrello in una Gotham alternativa in cui Bruce Wayne è morto e il giustiziere mascherato non è mai esistito. In questa Gotham, spadroneggia il misterioso Red Mask.

Cosa succede nell’albo

Raggiunto il covo di Red Mask, alias del miliardario Darwin Halliday, Bruce scopre che l’uomo ha rinchiuso ad Arkham eroi e cattivi di varie dimensioni che avrebbero potuto compromettere la riuscita del suo piano. Halliday racconta che durante un esperimento in laboratorio era riuscito a sintetizzare un gas che permetteva di vedere i propri sé di altre realtà. Aveva visto la propria versione alternativa, il Joker, ed era rimasto affascinato dalla visione del mondo del criminale.

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Gli esperimenti condotti servivano a trovare un modo per vedere nel passato del Joker e scoprire come fosse nato, per poi replicarne la genesi nel proprio mondo. Red Mask è ora pronto a inondare Gotham con il gas, sostituendolo al “Crane Brain” (la droga nebulizzata su Gotham che ha creato le allucinazioni di Bruce all’inizio della storia), per creare un’enorme quantità di energia multiversale che gli permetterà di raggiungere il suo scopo.

Dopo uno scontro con Ghost-Breaker – la versione di questa realtà di Ghost-Maker – Batman riesce a bloccare la diffusione del gas, perdendo però la mano destra. Red Mask ha però un piano di riserva e libera i Leatherwings, creature alate che, attraverso bombole attaccate alla schiena, spargono il gas sulla città.

Nella realtà principale, con l’aiuto del Giocattolaio e Mr. Terrific, Robin sta cercando Batman attraverso uno strumento che crea una connessione mentale: chi lo indossa deve pensare intensamente alla persona che vuole contattare. In maniera inconscia, Robin si catapulta però in una realtà dove la madre è ancora viva. Dopo averla salutata, si dirige a cercare Bruce.

Appunti sparsi

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Il colore rosso è apparentemente il filo conduttore di queste storie: l’altra volta avevamo visto l’Enigmista con un design rosso mattone, ora al centro della scena c’è Red Mask, versione alternativa del Joker che sembra citare la primissima incarnazione del personaggio. Nel 1951, infatti, sulla serie Detective Comics apparve la storia The Man Behind the Red Hood! (di Bill Finger Lew Sayre Schwartz e Win Mortimer), in cui furono raccontate per la prima volta le origini del Joker, noto inizialmente come Cappuccio Rosso, criminale che era impazzito dopo essere stato sfregiato da sostanze chimiche. Le origini del clown sono state cambiate molto volte nel corso dei decenni, e lo stesso alias di Cappuccio Rosso interpretato da altri personaggi (come Jason Todd).

I Leatherwings – che debuttano nel finale dell’albo – sono pipistrelli umanoidi che hanno tutta l’aria di essere una versione alternativa di Man-Bat, personaggio creato nel 1970 da Julius Schwartz, Frank Robbins e Neal Adams (un dottore trasformato da una formula di sua creazione in un ibrido umano-pipistrello). 

Nei fumetti DC il nome “Leatherwing” indica anche altri due personaggi provenienti da mondi alternativi: uno è il Batman corsaro del Diciassettesimo secolo proveniente da Terra-494 (una versione piratesca del mondo DC) creato da Chuck Dixon ed Enrique Alcatena nel 1994, l’altro è l’uomo pipistrello nazista di Terra-10 (un realtà in cui la Germania ha vinto la Seconda guerra mondiale), creato da Grant Morrison e Justin Gray nel 2007.

L’inizio della poesia che recita la madre di Robin («If I shouldn’t be alive / When the robins come / Give the one in red cravat / A memorial crumb») è un componimento di Emily Dickinson del 1861. La madre, che indica la poesia come la sua preferita, la recita dopo aver saputo che il figlio utilizza “Robin” come nome di battaglia.

Non so se Chip Zdarsky voglia davvero buttarla sul multiverso o se sia solo una falsa anticipazione, però cos’altro di nuovo potrà mai dire su un concetto che abbiamo già visto talmente tanto sfruttato di recente (e tanto ancora lo vedremo da qui in avanti)? Forse solo George Clooney con addosso il costume capezzoluto che interagisce con Christian Bale potrebbe destarmi dal torpore, un torpore così profondo che sono sicuro lo stiano provando anche tutte le mie versioni del multiverso.

Leggi tutti gli articoli sulla serie “Batman” di Chip Zdarsky

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