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FocusIntervisteI 60 anni di Eva Kant raccontati da Mario Gomboli

I 60 anni di Eva Kant raccontati da Mario Gomboli

di Loris Cantarelli*

eva kant 60 anni
Eva Kant disegnata da Giuseppe Palumbo

In genere di una donna non si dice l’età, ma quando sei troppo famosa per nascondere l’anno di nascita e puoi permetterti di non invecchiare mai sarebbe tutto un dettaglio… ma diventa l’occasione per celebrare Eva Kant, la regina dei fumetti non soltanto italiana, una delle creazioni più intriganti della Nona Arte (non caso ideata da una donna: Angela Giussani, che coinvolse subito la sorella Luciana).

Si è sempre detto della modernità narrativa e perfino estetica di Eva già al suo apparire, in realtà nei decenni insieme ai “piccoli passi” della serie in parallelo alla società italiana è perfino aumentata… Immagino sia affascinante ma anche tutt’altro che facile da gestire.

In effetti non è semplice ma il vantaggio di un fumetto come Diabolik è che ha così tante sfumature di personalità che alla fine troviamo sempre il modo di trarne una storia interessante. È più sulla parte tecnica che si sente la difficoltà, perché tutta questa tecnologia che ci pervade, a partire dai cellulari che sono ormai dei computer più potenti di quelli che han portato l’uomo sulla Luna, pone problemi narrativi.

I computer ovviamente esistono nel mondo del Diabolik di oggi, però sono un po’ in disparte, nel senso che – a parte la felice eccezione di Martin Mystère – non puoi avere un personaggio che passa il suo tempo davanti al monitor, sembrerebbe un vecchietto rimbambito che guarda una soap opera, quindi può capire che si faccia dire a Eva di aver visto su Internet che il tal conte si accinge a fare una mostra di suoi gioielli così che Diabolik e la sua compagna venga in mente di rubarli, però non è mai troppo “ufficializzato” l’uso del computer, altrimenti diventa noiosetto. Diabolik è materico, anche tutti i suoi trucchi della Jaguar sono sempre stati un po’ da bricoleur e poco più, quindi bisogna sempre stare attenti ed Eva condivide tutto questo.

Nel mondo dell’intrattenimento attuale quindi la potenza del personaggio aiuta, anziché creare problemi?

Eh sì, proprio perché è nata già più attuale e più moderna della maggior parte delle eroine dell’epoca, da quel punto di vista non è una difficoltà, il problema semmai è non diventare “bacchettoni” in particolare al contrario, cioè non dar l’impressione di essere “politicamente corretti” a ogni costo, e quindi diventare noioso o se vuoi “talebani”.

Bisogna tenere conto sempre del fatto che i tempi sono cambiati e cambieranno ancora, contemporaneamente però devi sfruttare il vantaggio di essere… “nati bene”, perché le sorelle Giussani hanno creato un personaggio che non si contraddice nel momento in cui diventa una figura diciamo “femminista” anche se non è il termine più corretto, però rende l’idea.

Tra l’altro, è sempre stata un personaggio amatissimo dalle donne…

Sì, sicuramente: gli uomini ne sono affascinati ma anche un po’ impauriti, come sempre davanti alle donne troppo forti e intraprendenti, mentre le donne – a parte certe nostalgie per il “vecchio” Diabolik – apprezzano soprattutto il tipo di rapporto umano tra i due, cioè il fatto che sono due persone come potremmo o vorremmo essere noi, ovviamente per limitarsi a quanto riguarda il rapporto interpersonale.

Il fatto che siano poi dei criminali diventa secondario, rispetto a quello che è l’equilibrio di coppia, la loro complementarietà, il rispetto reciproco, anche gli screzi periodici, il fatto che ogni tanto ci siano degli attriti… compresa la classica lamentela “Lavori troppo e non abbiamo il tempo di andare in ferie”, che chiunque faccia un lavoro creativo ha vissuto sulla sua pelle! (ride)

Proprio come se fossero persone vere… in pratica, il miglior complimento.

Certo! È anche quello che ti permette di inventare storie nuove tutti i mesi, perché hai alle spalle una situazione come quella che vivi nella realtà dei fatti elastica, non hai un supereroe imbalsamato nel suo ruolo, il fatto che poi ci sia sempre – o quasi: alcuni numeri non sono così fossilizzati – da inventare un trucco, un colpo o una fuga non è un limite, anzi è quello che ti permette di gestire le situazioni “normali” e contemporaneamente creare dei contesti più originali.

Sappiamo che – come per altri fumetti fino agli anni Ottanta-Novanta – dall’immagine un po’ Grace Kelly e un po’ Kim Novak, per facilitare il riconoscimento delle fisionomie a lettori e (soprattutto) disegnatori in epoca pre-Internet fin da Gino Marchesi che la visualizzò per primo, Eva ha poi preso una strada autonoma… Oggi chi potrebbe rappresentarla, oltre a Miriam Leone che è tra le cose che più hanno funzionato nei nuovi film?

Sì, lei funziona abbastanza bene anche disegnata, ma il fatto è che ogni disegnatore dà una sua interpretazione sia di Diabolik che soprattutto di Eva, perché in realtà lei è molto difficile da canonizzare, mentre lui ha il vantaggio che se gli azzecchi gli occhi hai già risolto quasi tutto, mentre su di Eva basta spostare qualcosa e non è più lei…

Ma d’altra parte tutti i grandi disegnatori, a cominciare dal recordman Enzo Facciolo, non hanno un viso di Eva sempre coerente con lo stesso modello, è inevitabile: quello che la salva è lo chignon, che è stata la grande idea delle Giussani e come dico sempre all’epoca aveva solo Nonna Papera!

Le prime iniziative editoriali per l’anniversario sono partite dal numero di marzo della serie regolare…

Be’, Nel nome dei Kant celebra il vero e proprio compleanno di Eva ed è dedicato al ritorno dal passato della famiglia Kant…

Pronunciato come il filosofo, a cui Angela Giussani aveva dedicato la tesi!

Sì, qualcuno ogni tanto cade ancora nella E anglofona, ma ovviamente si pronuncia con la A. (ride)

E poi, cosa prevedete ancora?

A maggio è in programma la ristampa in versione “one color” la storia Eva Kant – Quando Diabolik non c’era (2002) disegnata da Giuseppe Palumbo con prologo ed epilogo di Emanuele Barison su testi di Tito Faraci e Sandrone Dazieri, ma prima ancora anche Il Grande Diabolik (con redazionali inediti e 4 storie brevi extra) strizzerà l’occhio al passato di Eva, che in uno stato africano dovrà salvare ancora una volta il suo uomo da una condanna a morte…

Sabato 4 marzo, abbiamo visto Eva all’aeroporto di Bresso…

È atterrata in un veicolo d’epoca dell’Aero Club Milano per aprire un convegno proprio dove Angela Giussani aveva conseguito il brevetto da pilota e andava a volare nel 1957. Si è anche potuta su ammirare un’Isetta anni Cinquanta, costruita nei capannoni della Iso Rivolta di Bresso, che l’ha accompagnata per le strade della città, con un corteo di moto d’epoca, fino a raggiungere e inaugurare la mostra a lei dedicata nello spazio culturale Don Giussani fino a domenica 19 marzo.

E cosa ci puoi dire del terzo film, ora che è uscita la notizia della distribuzione USA?

Anzitutto che dopo l’uscita in Francia, Spagna, Portogallo, ex Jugoslavia, Canada, America Latina, Corea del Sud e Taiwan, la Beta Cinema ha siglato un accordo con Kino Lorber che porterà finalmente la trilogia nelle sale cinematografiche statunitensi.

Dopo Diabolik (2021) e Diabolik: Ginko all’attacco! (2022) quest’anno sarà la volta di Diabolik chi sei?, attualmente al montaggio e alla messa a punto della colonna sonora ed effetti speciali. Sono riuscito a vedere un pre-montaggio e in particolare il flashback girato in Calabria con il giovane interprete di Diabolik ragazzino: davvero perfetto.

In questo terzo episodio ci sarà ancora Monica Bellucci, perché abbiamo deciso di ricostruire il “quartetto base” e quindi, rispetto alla storia originale su carta, abbiamo aggiunto la parte di Altea.

Come sta andando il Magnum? Avete avuto un buon riscontro dal film e la ristampa Anastatika con La Gazzetta dello Sport?

Il Magnum sta andando molto bene, e lo stesso vale per la collana Anastatika, che prolungheremo sino al n. 150. Abbiamo chiuso il 2022 con un aumento di lettori, abbiamo rilanciato il personaggio e soprattutto non si è verificato quel fenomeno tipico di quando si hanno momenti di grande visibilità, con un aumento nelle vendite che si esaurisce subito dopo. Anche i gadget possono servire a conquistare nuovo pubblico, ad esempio quest’estate le nostre carte da gioco hanno avuto un ottimo riscontro, che però poi è stato confermato nei numeri successivi.

E alora chiudiamo con uno sguardo al futuro: dopo aver scritto più di 300 soggetti e curando il Re del Terrore da oltre vent’anni, hai ancora qualche “sfizio” che vorresti toglierti?

Be’ sul passato di Diabolik si potrebbe pensare che non resti molto da dire, ma avendo avuto una vita molto avventurosa c’è sempre il modo di trovare spunti per raccontare qualcosa di nuovo.

Per Eva c’è forse meno spazio libero, ma è Ginko che ha cose curiose ancora da scoprire… ad esempio com’è passato da poliziotto a ispettore, così come la figura di suo padre è ancora da indagare a fondo. Ci sono parecchie idee “in lista d’attesa”, che aspettano il colpo di scena che chiude il cerchio.

*La versione originale di questo articolo è disponibile sul mensile Fumo di China 328, ora in edicola, fumetteria e online.

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