
All’apparenza, i Marvel Studios stanno attraversando uno dei periodi più turbolenti dal 2008 a oggi, con alcuni problemi da superare. Le questioni che si sono affastellate nelle ultime settimane ci dicono infatti di un’azienda che sembra un po’ in affanno su vari fronti, almeno a giudicare dall’esterno.
I nodi sono principalmente tre: l’improvviso licenziamento di Victoria Alonso, una delle più importanti dirigenti dei Marvel Studios, responsabile di effetti visivi, animazione e post-produzione; le accuse di violenza domestica subite da Jonathan Majors, l’interprete di Kang; gli incassi apparentemente deludenti di Ant-Man and the Wasp: Quantumania, il film più recente degli studi diretti da Kevin Feige.
Sulla questione di Victoria Alonso in realtà si sa ancora poco, in mancanza di una versione ufficiale. Una delle prime ipotesi emerse è che ai Marvel Studios non fosse piaciuto il fatto che la dirigente avesse prodotto e promosso il film Argentina, 1985, che è stato realizzato da Amazon Studios (ed è anche stato candidato agli Oscar di quest’anno come miglior film straniero). Secondo le stesse fonti, Alonso non avrebbe nemmeno avvertito i Marvel Studios di questo suo lavoro. Un portavoce della Disney ha in ogni caso parlato pubblicamente di «un’indiscutibile violazione del contratto e una diretta violazione delle politiche aziendali».
L’avvocato di Alonso ha però smentito categoricamente questa possibilità, dicendo che invece Disney era al corrente di tutto: «L’idea che Victoria sia stata licenziata per una manciata di interviste relative a un progetto personale fatto per la propria passione sui diritti umani e la democrazia, che è stato candidato all’Oscar e per il quale ha ottenuto il consenso della Disney, è assolutamente ridicola».
«Victoria, una gay latina che ha avuto il coraggio di criticare la Disney, è stata messa a tacere» ha poi continuato il legale di Alonso, alzando i toni. «Poi è stata licenziata quando si è rifiutata di fare qualcosa che riteneva riprovevole. La Disney e la Marvel hanno preso una pessima decisione che avrà gravi conseguenze. C’è molto di più in questa storia e Victoria lo racconterà presto.»
Il riferimento sembra essere legato ad alcune dichiarazioni polemiche di Alonso dello scorso anno, quando, in occasione della cerimonia di assegnazione dei GLAAD Awards, la dirigente criticò apertamente l’ex amministratore delegato di The Walt Disney Company Bob Chapek per non aver preso posizione contro la cosiddetta legge “Don’t Say Gay” dello stato della Florida, che impediva fra le altre discussioni sulla sessualità o l’identità di genere nelle scuole fino alla terza elementare.
L’Hollywood Reporter ha poi aggiunto di uno scontro fra Alonso e i Marvel Studios riguardante il film Ant-Man and the Wasp: Quantumania: in occasione della distribuzione della pellicola in Kuwait, infatti, gli Studios volevano offuscare una finestra con decorazioni arcobaleno e la parola “Pride”, visibili in una scena in cui il protagonista – interpretato da Paul Rudd – cammina per le strade di San Francisco. Cosa a cui Alonso si sarebbe opposta con fermezza.
In ogni caso, Variety ha etichettato tutta questa vicenda come «un raro dramma pubblico per i Marvel Studios», a sottolineare implicitamente la bravura di Kevin Feige nel riuscire a tenere per 15 tutti i problemi (veri o presunti) sotto il tappeto aziendale. Alla vicenda di Alonso, la testata americana ha legato quella di Jonathan Majors, che lo scorso 26 marzo è stato accusato di molteplici accuse di aggressione e molestie nei confronti di una donna. L’avvocato dell’attore ha sostenuto che ci sono prove video che lo scagionano, e il caso è ancora in corso, ma la sua agenzia di management ha già interrotto i rapporti con lui.
Il personaggio interpretato da Majors, Kang, è però il nuovo “cattivo” principale del Marvel Cinematic Universe, con diverse apparizioni previste nelle prossime serie tv e nei prossimi film del franchising, a partire dalla seconda stagione di Loki, in uscita in estate. Un processo penale per l’attore – soprattutto visto il tipo di accuse – rappresenterebbe dunque più di un grattacapo per gli Studios, anche e soprattutto a livello di immagine.
Nell’attesa dello svolgersi degli eventi – e continuando a seguire l’opzione del tappeto – i Marvel Studios non hanno ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali in proposito. Secondo l’insider Jeff Snieder, Kevin Feige si starebbe però già muovendo nell’eventualità di un recasting, indicando addirittura in Damson Idris – visto nella serie tv Snowfall – un possibile sostituito di Majors. Ma ovviamente si tratta solo di illazioni, allo stato attuale.
Quello che è certo, invece, è che gli incassi di Ant-Man and the Wasp: Quantumania non sono stati esaltanti. Al momento, il film ha incassato circa 474 milioni di dollari in tutto il mondo, al di sotto dei due film precedenti della trilogia (che si erano fermati a rispettivamente a 519 e 622 milioni di dollari). Stiamo assistendo a una fase di stanca nei confronti del Marvel Cinematic Universe? A un calo fisiologico? A una serie di contingenze negative? Un indizio può fornirlo il fatto che gli incassi abbiano subito un crollo a partire dal terzo weekend di programmazione, dopo un inizio promettente nei due precedenti.
«Non c’è dubbio che il pubblico non sia rimasto soddisfatto da Ant-Man 3» ha affermato David A. Gross, che dirige la società di consulenza cinematografica Franchise Entertainment Research, su Variety. «I fan dei supereroi sono molto in sintonia con queste storie, e questo aiuta quando i film funzionano, cosa che è avvenuta quasi sempre. Ma in questo caso, non ha funzionato.»
«Il pubblico sta facendo capire che lo standard Marvel era molto alto» ha aggiunto invece Shawn Robbins, analista capo di BoxOfficePro, allargando il discorso alle ultime produzioni. «La buona volontà non basta per sempre, se ogni tanto non viene rinnovato il motivo per cui la fiducia è nata.»
Di opinione opposta è invece David Betancourt, che sul Washington Post afferma come gli incassi e la qualità di Ant-Man and the Wasp: Quantumania non debbano essere dei problemi per i Marvel Studios: «Non ci si deve aspettare che ogni film dei Marvel Studios sia Avengers: Endgame in termini di posta in gioco nella storia e di guadagni al botteghino».
«Un singolo film di supereroi come Quantumania che non fa un miliardo di dollari non significa che dobbiamo parlare di stanchezza nei confronti dei supereroi o della caduta di un gigante di Hollywood» ha sottolineato poi il giornalista. «Il modello di business dei Marvel Studios è stato per oltre un decennio il seguente: i film di supereroi in solitaria cercheranno di avvicinarsi ai 500 milioni di dollari o poco più in tutto il mondo, e solo i film degli Avengers o di tipo Avengers come Captain America: Civil War saranno i colossi da un miliardo. La riunione degli Avengers è una carta da giocare solo ogni qualche anno, in modo che quei momenti rimangano speciali. Non tutti questi film possono avere tre Spider-Man al loro interno.»
Nel sintetizzare i problemi di questo periodo, insomma, Betancourt sembra meno disfattista di altri suoi colleghi nei confronti dei Marvel Studios: «Non è la fine della Repubblica. I Marvel Studios devono solo ricaricarsi, non reinventarsi. Rimanere al vertice non è mai facile. E non deve nemmeno esserlo. Anche se si tratta dei Marvel Studios».
È francamente impossibile dettare al momento qualsiasi conclusione definitiva, ma forse tra pochi mesi potremo avere già idee più chiare. Ci sono infatti ben due film in uscita entro la fine dell’anno – Guardiani della Galassia vol. 3 a maggio e The Marvels a novembre –, mentre una serie tv di alto profilo incentrata su Nick Fury è in arrivo a giugno su Disney+ (Secret Invasion), seguita poi dalla seconda stagione di Loki. I Marvel Studios avranno dunque svariate occasioni imminenti per alimentare le paure dei più pessimisti o, all’opposto, per rinfrancare i fan più tenaci. E voi da che parte state?
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