Initial D 1, di Shuichi Shigeno (J-Pop)

Pubblicato a partire dal 1995 sulla rivista Young Magazine di Kodansha, Initial D arriva in Italia dopo essersi guadagnato la fama di manga di culto, grazie anche a una popolare trasposizione animata di poco successiva. Una fama dovuta soprattutto alle tematiche e alle atmosfere insolite scelte dall’autore Shuichi Shigeno per quello che è diventato il più grande successo della sua carriera. Iniatial D è un manga che parla infatti di corse in auto, ma non su pista.
La sua ambientazione è fra impervi valichi di montagna e strette strade di campagna, dove si svolgono gare clandestine tra tardo adolescenti dalla personalità spiccata e tanto pelo sullo stomaco. La “D” nel titolo sta a indicare proprio il “drifting”, ovvero un traverso del posteriore dell’auto, utilizzato come spettacolare stile di guida.
Il protagonista è Takumi Fujiwara, un diciottenne che aiuta suo padre nella gestione di un negozio di tofu, facendo consegne in auto lungo la discesa del monte Akina fin da quando era minorenne (ma solo di mattina presto per non essere beccato, non avendo ancora la patente). Per non rovesciare il tofu, il padre lo ha obbligato a tenere sul cruscotto un bicchiere d’acqua di cui avrebbe dovuto cercare di non versare neanche una goccia.
Come in una vera e propria corsa automobilistica, si entra nella storia di Initial D con un’accelerazione decisa, ritrovandosi così fin dal primo volume immersi in affascinanti ambientazioni notturne di periferie – neanche troppo esotiche per un lettore occidentale – e situazioni adrenaliniche. Anche a quasi trent’anni dal suo esordio, Initial D rimane un manga avvincente che fa della grande dinamicità dei disegni dell’autore uno dei suoi punti di forza, tra auto che derapano e scivolano via con grande realismo lungo strade mal illuminate e non sempre asfaltate ad hoc. Qui c’è la nostra recensione.