
La premessa è semplice: il mondo è strapieno di supereroi. Ma perché è successo tutto questo? Perché i supereroi sono strafighi: hanno vite e problemi come tutti noi ma poi hanno i super poteri. I supereroi fanno parte della nostra cultura, sono dei miti. Quando parliamo delle loro storie parliamo per forza della mitologia. Mitologia moderna e non classica. Ma il segreto è che i supereroi esistono da migliaia di anni.
Comincia così, con questa bella dichiarazione di principio, al tempo stesso facile e profonda, il podcast Super! di Chora Media scritto dal fumettista e sceneggiatore Diego Cajelli, interpretato dall’attrice, cantante, conduttrice tv e ora podcaster, Serena Rossi e realizzato per la Direzione musei del ministero della Cultura.
Ora, delle dodici puntate di questo podcast non so altro se non che le ho ascoltate con i miei figli, che fanno le scuole elementari. E che secondo me il pubblico di questo podcast non è l’appassionato di fumetti (non me ne vogliano l’autore) o di mitologia. Cioè, non quello adulto. Perché, per toni e per modi, è chiaramente un prodotto “teen” o addirittura (come nel caso dei miei figli) “pre-teen”. Il motivo per cui sostengo che sia un ottimo podcast è proprio questo: la condizione è che si comprenda che si tratta di una cosa di questo genere.
I podcast intanto sono quasi peggio dell’intelligenza artificiale: dopo anni di anonimato e nicchia, sono diventati sostanzialmente mainstream e non c’è praticamente più niente o nessuno che non stia facendo un podcast. Uno dopo l’altro. Alle volte anche tanti di fila. È un po’ come per i blog, che vent’anni fa erano la cosa nuova che piaceva a un gruppo più o meno grande di appassionati (e che in Italia ha creato un “giro buono” dei blogger, che poi sono diventati tutt’altro, scoprendosi autori di libri, conduttori televisivi o editorialisti dei giornali più o meno cartacei, tutto tranne che blogger) ma che poi sono esplosi, diventando pane quotidiano della massa per la massa. Tutti hanno aperto un blog, anche la signora della portineria di casa mia.
Oggi tutti hanno aperto un podcast. Addirittura c’era anche il social vocale, che praticamente era un incrocio tra le radio libere e i radioamatori della banda cittadina. I famigerati CB, i “con baracchino” secondo la nostra interpretazione di cosa voglia dire in realtà “citizen band”, tutta gente che poi è stata antesignana delle chat e dei forum online, ovviamente decenni fa. Oggi i podcast sono questo, con tutte le microbolle italiane del caso, e trovare prodotti di qualità è difficile. Chora Media è partita con una base complessa. La conduce l’ex direttore della Stampa e di Repubblica e appassionato di podcast Mario Calabresi, ma gli altri soci finanziatori vengono dal mondo della finanza, non dell’editoria, e c’è da chiedersi se abbiano già progettato la loro exit.
Tuttavia, non ho trovato prodotti memorabili dal punto di vista della mia famiglia come questo Super!, che mi pare una anomalia a livello più generale. Da un lato perché crea un contenuto di intrattenimento per un pubblico giovane che non è la rifrittura di fiabe magari fuori copyright e lette malamente da qualcuno che nella vita si capisce che fa altro, o qualche lezione di qualche storico pop registrata suo malgrado durante un festival e spacciata per podcast. Invece, Super! è una narrazione originale, una specie di lezione ben fatta e coinvolgente, grazie alla voce di Serena Rossi, della quale mia figlia minore si è già innamorata e chiede continuamente nuove cose da sentire (ahimè, in questo momento non ce ne sono di adatte, se escludiamo i doppiaggi di serie animate).
Ma è soprattutto mio figlio, che sta finendo le elementari, a essere conquistato. Perché le lezioni sono fatte molto bene, anche se toccano un tema alquanto banale: infatti, a chi non è venuto in mente il parallelo tra supereroi ed eroi della mitologia classica? Beh, sappiate che c’è una letteratura critica enorme alla quale attinge anche Cajelli con una certa disinvolta bravura. A un ragazzino di 8-10 anni proporre due cose altrettanto interessanti, cioè la mitologia (quando raccontata bene a scuola) e i supereroi dei film Marvel (che i fumetti ancora non glieli faccio leggere), non fa che bene. È una gioia vederlo creare i collegamenti e seguire due argomenti che conosce in modo parallelo e che vede convergere in maniera perfetta.
Certo, è un giochino che il lettore “forte” di fumetti troverà banale e che l’adulto con una formazione vagamente classica (anche solo hollywoodiana) non apprezzerà sino in fondo. Però c’è, e ci sta: a un bambino o a una bambina queste cose piacciono e servono tantissimo, se sono fatte bene. Cajelli l’ha fatta bene.
Tre articoli da leggere per restare aggiornati
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• Nel Tempo Medio in cui viviamo la quantità delle immagini che accumuliamo le rende inutili, senza costruire un discorso che ci arricchisca.
• 20 anni fa usciva Pluto di Naoki Urasawa. Un manga struggente e potentissimo.
C’è poi l’altro lato, quello della produzione, cioè il sound design, come si dice. Qui purtroppo in Italia facciamo a botte con una serie di sound designer improvvisati o che vengono dalla Luna. Manca il gusto. Questa produzione di Chora Media, che di solito calca abbastanza la mano, è ben calibrata. Non perché sia sobria o perché ci vada leggera: no, anzi. Per me è un podcast costruito come un episodio di una serie animata per bambini 7+ (mi riferisco agli anni) pieno di sottolineature, effetti saccarinosi, sonorità esagerate, rumori e rumorini, musica facile sparata a martello e con una intro registrata, sempre la stessa, davvero fastidiosamente lunga. Odio le intro lunghe.
Però, avendo la fortuna di aver ascoltato le dodici puntate con i pargoli, il giudizio è completamente diverso. E molto positivo. Mi piace, non è banale, è incalzante come ritmo, e mette assieme informazioni precise (Cajelli i film li ha visti tutti, come me del resto) che i ragazzini sono prontissimi a identificare ed eventualmente sgamare in caso di sbagli o imprecisioni.
Ogni puntata tratta un eroe diverso (Iron Man, Hulk, Capitan America, Wonder Woman, Rocket Racoon, Batman, Thanos, Spider-Man, Superman, Aquaman, Vedova Nera), con l’undicesimo che è Go Nagai (e ci sta, devo dire). E, come nelle vite parallele di Plutarco (eccolo là, lo sapevo che l’avrei fatto vedere che ho fatto il classico anche io), c’è l’eroe mitologico equivalente. Che non è mai scontato: le fonti usate da Cajelli sono buone e sofisticate: c’è anche un riferimento a un libro non meglio identificato usato per trovare i parallelismi tra le vite che non deve essere male da leggere. Chissà qual è.
Comunque, che si tratti di bambini veri o solo del vostro fanciullo interiore, se non ascoltate i podcast ma vi piacciono i fumetti e vi sembra il caso di ascoltarne almeno uno per poter dire agli amici «sì, sì, ascolto anche io i podcast», ecco, avete trovato quello che fa per voi. Un po’ sciocco, ma nel senso buono del termine. A voi scoprire quale sia.
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Antonio Dini, giornalista e saggista, è nato a Firenze e ora vive a Milano. La sua newsletter si intitola: Mostly Weekly.
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