A differenza di altri supereroi come Spider-Man o Batman, Superman non ha quasi mai cambiato il proprio costume, la memorabile tuta (con o senza mutande sopra) rossa e blu. Quelle poche volte che l’ha fatto, quindi, è sempre rimasto impresso nella mente dei lettori. È il caso del costume nero che Superman indossò per la prima volta negli anni Novanta.
La storia del costume nero nasce dai capitoli finali dell’evento La morte di Superman, denominati Il regno dei Superman. La saga, pubblicata da DC Comics nel 1992, vede l’eroe morire per mano del cattivo Doomsday e poi resuscitare in una Metropolis in cui quattro nuovi individui hanno reclamato il titolo di Superman: Superboy, un clone adolescente di Clark; Acciaio, al secolo John Henry Irons, un uomo corazzato che rappresenta un incrocio tra l’eroe folkloristico John Henry e Kal-El; Cyborg Superman, un altro clone di Superman ibridato con Cyborg, un vecchio nemico di Kal-El (che si rivelerà poi il personaggio malvagio da sconfiggere); e poi l’Eradicatore, un alieno diventato un corpo d’energia miscelato con le ultime forze rimaste nelle cellule di Superman.
L’Eradicatore ottiene il proprio corpo grazie alla tecnologia della Fortezza della Solitudine, il rifugio artico di Superman: dopo aver sottratto il cadavere dell’eroe e averlo messo in una matrice rigenerativa (una tecnologia kryptoniana che funge da incubatrice), l’Eradicatore crea un duplicato corporeo da abitare e che viene alimentato da questo bozzolo contenente il deceduto Superman. Ma è proprio la permanenza nella matrice che permette a Superman di resuscitare. In Chi è il vero eroe? (Action Comics 689) vediamo l’eroe emergere dal bozzolo, privo dei suoi poteri, con addosso un costume nero, una tuta kryptoniana che serve a rigenerarlo pompando energia solare nel suo corpo.
In seguito, Kal-El si rivelerà a tutta Metropolis emergendo da un robot kryptoniano, con addosso la tuta, in versione modificata, e in testa un mullet, l’iconica acconciatura di fine anni Ottanta, che sfoggerà per i successivi tre anni. Con quella tuta, agghindata di stivali per volare, armi futuristiche e fondine metalliche, Superman combatterà fino alla fine della saga Il regno dei Superman, riducendola a brandelli nella lotta contro Cyborg Superman. Grazie al sacrificio dell’Eradicatore, l’eroe riacquisterà i suoi poteri e tornerà a indossare il costume classico, ricostruito da Supergirl. Superman poi tornò a indossare il costume nero per un breve periodo qualche anno dopo, nella storia Generatore X, a causa di una perdita dei poteri che lo portò a sdoppiarsi in due entità, una rossa e una blu.
Il design del costume fu creato dal disegnatore Jon Bogdanove, che in passato aveva lavorato a storie di Spider-Man in cui quest’ultimo indossava il costume nero che sarebbe poi diventato il simbionte Venom. Secondo il disegnatore, «il costume era pensato in parte come satira di tutte le esagerazioni degli anni Novanta, perché eravamo diventati consci di essere parte di quel movimento, e in parte a quello nero di Spider-Man».
E in effetti, le armi gigantesche e le fondine metalliche che sfoggia Superman erano un must di quel periodo per via del loro utilizzo spropositato da parte di Rob Liefeld e Todd McFarlane, disegnatori diventati molto popolari per il loro stile urlato e sopra le righe fatto (anche) di costumi brulicanti di fondine, tasche, spalline enormi e armi gargantuesche.
Nel 2013, la gestione di Andy Diggle e Tony Daniel, terminata anzitempo dopo un paio di numeri, avrebbe dovuto mostrare Superman con un nuovo costume total black, probabilmente ispirato alla storica tuta nera, ma l’idea fu abbandonata. Il costume ricomparve invece nel 2015, nella miniserie Superman: Lois and Clark, in cui vediamo muoversi nella nuova continuity DC delle versioni di Clark Kent, Lois Lane e del loro figlio Jon appartenenti alla continuity precedente l’evento Flashpoint e sopravvissute al collasso della loro realtà.
La famiglia vive in California sotto falso nome cercando di condurre un’esistenza normale, ma una minaccia proveniente dallo spazio costringe Clark a rimettersi il costume di Superman. Non quello classico ma quello nero, realizzato dai laboratori S.T.A.R. in collaborazione con l’esercito statunitense e che Lois gli aveva regalato per il loro anniversario. È una versione diversa dalla tuta rigenerativa, priva di guanti, con una cintura e una S sul petto dal taglio più moderno. Superman l’ha indossata anche nel sequel del 2023 Lois & Clark 2, pubblicato a puntate in appendice alla serie Action Comics e ambientato ai tempi di Superman: Lois and Clark.
Il costume è comparso poi in altre produzioni, come le action figure, i videogiochi, i cartoni anmati e la serie tv Smallville. Al cinema, la versione nera del costume è apparsa nel film Justice League, o, meglio, nella versione del 2021 voluta dal regista Zack Snyder. La pellicola, infatti, era uscita nel 2017 dopo che Snyder aveva abbandonato la produzione per un misto di problemi personali (la morte della figlia) e il mandato da parte della casa di produzione Warner Bros., che si era accorta di non gradire l’approccio di Snyder agli eroi DC Comics. Justice League fu così completato da Joss Whedon ma le insistenti richieste dei fan convinsero la Warner a richiamare Snyder e completare il film secondo la sua visione originale, per poi distribuirlo sulla piattaforma HBO Max.
Una delle differenze tra le due versioni stava proprio nel costume nero che, nel film di Snyder, Superman indossa dopo essere tornato in vita. Clark sceglie il costume come tributo al suo pianeta natale, Krypton, la cui popolazione indossava abiti e corazze high-tech di colore nero. Come nei fumetti, anche il Superman cinematografico era morto in seguito allo scontro con Doomsday, nel film Batman v Superman: Dawn of Justice.
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