La spettacolare storia di Tetris raccontata in un film

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Nella classifica dei videogiochi più venduti di sempre, al primo posto figura Minecraft con 238 milioni di copie, al secondo Grand Theft Auto V con 185 milioni e al terzo Tetris, con 105 milioni di copie vendute in tutto il mondo. I primi due sono stati pubblicati rispettivamente nel 2009 e nel 2013, sono classificati come videogiochi di avventura e sono più vicini a quelli complessi e stratificati che oggi noi tutti conosciamo, sia come dinamiche di gioco che come aspetto grafico. 

Tetris invece nacque nel 1984 in un mondo, un periodo storico e un Paese (l’Unione Sovietica) che non esistono più. È un gioco di logica e di ragionamento, con una grafica semplice e lineare, figlia dei giochi a 8 bit. È un gioco che ha saputo creare una vera e propria dipendenza con effetti anche nella vita reale, noti come “effetto Tetris”, a sua volta ricollegabile al fenomeno psicologico conosciuto come “Effetto Zeigarnik”. Tetris, infatti, stimola una parte del cervello atta a completare compiti non ancora risolti o terminati. 

Probabilmente, tutti conoscono Tetris. Quello che non tutti sanno, però, è la storia straordinaria dietro la sua diffusione commerciale a livello internazionale, raccontata nel film Tetris, diretto da Jon S. Baird, scritto da Noah Pink e disponibile su Apple TV+. Una storia avvincente, fatta di intrighi, spionaggio, furti e inganni internazionali, che ha coinvolto i livelli più alti della politica. 

La storia è nota agli appassionati ma era già stata raccontata molto bene da Box Brown nel suo fumetto Tetris (pubblicato in Italia da Panini 9L). Brown, da appassionato di videogiochi, aveva intuito il potenziale narrativo dietro la storia del gioco e aveva deciso di raccontarla a modo suo, sottolineando non solo l’aspetto intrigante ma anche l’importante ruolo del gioco/videogioco nella storia dell’uomo. Se volete, potete leggere un’interessante chiacchierata tra Brown e il fumettista Paolo Cattaneo (potete leggerla qui).

Quello che il regista Jon S. Baird e lo sceneggiatore Pink hanno fatto è stato concentrarsi unicamente sull’intricata storia dietro la diffusione commerciale di Tetris, cercando, per quanto possibile, di fotografare non solo il contesto storico, politico e sociale dell’epoca, ma anche provando a mettere in scena una parte di storia poco raccontata, quella dei videogiochi e delle console.

L’appassionato di videogame, quindi, non potrà non apprezzare il modo in cui Baird ha saputo delineare gli snodi a tratti epici dei grandi cambiamenti informatici nel campo videoludico. Dai vari produttori (Atari, Nintendo, Sega) alle software house (Mirrorsoft, Spectrum, Bullet-Proof Software), passando per personaggi come Hiroshi Yamauchi, storico presidente della Nintendo, Henk Rogers, il magnate Robert Maxwell e, naturalmente, il creatore di Tetris, Aleksej Leonidovič Pažitnov

Il film Tetris, è, quindi, un grande omaggio all’universo dei videogame, tanto che la stessa struttura è pensata “a livelli” e molte sequenze sono realizzate con una grafica a 8 o 16 bit, con i vari personaggi che si muovono nei luoghi cruciali della storia narrata. La colonna sonora, inoltre, è una riproposizione delle musiche del videogioco, a loro volta derivanti dal folklore russo, di cui lo stesso Pažitnov era appassionato. Guardare la pellicola equivale a immergersi in un flusso che vibra di videogiochi dall’inizio alla fine

Ma è anche molto altro, dato che, per una volta, la realtà supera la fantasia. Perché se è vero che nel film di Baird ci sono inseguimenti di troppo, mai avvenuti, è altrettanto vero che l’atmosfera paranoica e la dimensione di declino erano concreti. L’Unione Sovietica si stava lentamente dissolvendo, e gli effetti di questo decadimento erano evidenti a tutti, anche ai protagonisti dietro la storia di Tetris, persone che puntavano al solo guadagno, a cercare una via di fuga da un mondo di oppressione o potenti che pensavano di essere al di sopra della legge. 

Se nel film vedrete addirittura Michail Gorbačëv intervenire sulla faccenda Tetris non meravigliatevi, perché è successo davvero. Le vicende fatte di doppi giochi, contratti falsi e rivisti, furti, interrogatori, fanno del film una intricata storia di spionaggio, che ricorda i vecchi film noir ambientati durante la Guerra fredda. Quello che avvenne nel disperato tentativo di ottenere i diritti di distribuzione e vendita di Tetris è talmente assurdo e complicato da superare, addirittura, ciò che viene narrato nel film. Perché, per esempio, non si racconta che Atari riuscì a ottenere i diritti per la versione Nintendo a 8-bit solo per un mese scarso e fu costretta a ritirare tutte le copie dal mercato per poi distruggerle. 

Tetris (il film) ha un bel ritmo ed è ottimamente interpretato. A spiccare, nel cast, è soprattutto Taron Egerton, che interpreta Henk Rogers e che ha dimostrato ancora una volta il suo talento, dopo essere stato Elton John in Rocketman e lo spacciatore James Keene Jr. in Black Bird. Vale la pena dunque dedicare a Tetris le due ore di durata, se non altro per (ri)scoprire ciò che sta dietro uno dei videogiochi più amati di sempre. E magari, la prossima volta che vi giocherete, non potrete fare a meno di pensare al fatto che gli incastri dei tetramini non sono così diversi dagli incastri economici, politici e sociali che profumano di intrigo internazionale e che stanno dietro a ciò che portò Tetris a essere diffuso in tutto il mondo.

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