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NewsCosa succede in Batman 900 (spoiler: cose pazze)

Cosa succede in Batman 900 (spoiler: cose pazze)

ATTENZIONE: QUESTO ARTICOLO CONTIENE SPOILER PER BATMAN 135

batman 900

Sembra un numero qualunque, Batman 135. In realtà, due cose lo contraddistinguono: è il 900esimo albo della serie (se contiamo tutte le varie volte in cui la testata è ripartita da 1) e presenta il capitolo conclusivo della saga The Bat-Man of Gotham.

Se vi siete persi le puntate precedenti, dovete sapere che Failsafe, il minaccioso robot creato da Batman per mettere fuorigioco se stesso nel caso ce ne fosse stato bisogno, ha preso il controllo di Gotham City e ha poi teletrasportato l’uomo pipistrello in una Gotham alternativa in cui Bruce Wayne è morto e il giustiziere mascherato non è mai esistito. In questa Gotham, spadroneggia il misterioso Red Mask, che dopo aver tagliato la mano a Bruce sta scatenando contro di lui tutto il multiverso DC.

Cosa succede nell’albo

Gravemente ferito in seguito alla perdita della mano destra, Batman si trascina tra i sotterranei di Arkham per impedire che il gas del multiverso infetti la città. Batman riesce a cauterizzare la ferita, avvolgendo poi degli spuntoni al braccio e facendolo diventare un’arma di difesa.

Intanto, Red Mask è pronto a tornare indietro nel tempo, nella realtà di Batman, per osservare come è nato il Joker. La visione lo spaventa, perché apprende che Joker è una figura di ossessione pura. Capisce così che non può diventare il Joker, perché è lui ad averlo creato. Red Mask, carico di energia, entra nel portale del multiverso. Lo scontro tra queste due forze potrebbe portare a catastrofi immense.

Bruce insegue Red Mask e, agganciato a lui da un dispositivo che lo fa saltare nell’universo in cui si trova di volta in volta, finisce nella realtà dove vive il Batman cinematografico interpretato da Michael Keaton, poi in un universo vampiresco, uno steampunk e così via, finché non arriva a quello di Batman of the Future. Lì, un anziano Bruce Wayne informa Batman che Red Mask sta inavvertitamente creando nuovi Joker in ogni universo che visita e gli consegna un dischetto che gli permetterà di tornare nel suo universo.

batman 900

Dopo altri salti di realtà, Batman piomba nella serie tv del 1966 con protagonista Adam West, che gli dona la sua bat-cintura, poi nella distopia de Il ritorno del Cavaliere Oscuro, dove un altro vecchio Bruce gli cura la ferita e gli fornisce una mano bionica.

Batman e Red Mask arrivano alla fine del multiverso, uno spazio vuoto in cui il criminale ha creato uno scampolo di realtà con edifici diroccati e squali Joker che rappresentano la furia della sua stessa mente. Batman gli dice che ha ancora abbastanza energia per tornare a casa e farsi aiutare. Red Mask però preferisce attaccare l’eroe con gli squali, ma l’eroe usa un repellente trovato nella bat-cintura.

Con Red Mask sconfitto, Batman è pronto per tornare a casa, ma il dischetto che gli ha dato il vecchio Bruce può far tornare indietro una sola persona, e l’uomo pipistrello si rifiuta di lasciare il suo avversario al proprio destino. Mentre cerca di trovare una soluzione, Robin emerge dal multiverso, salvandolo.

L’albo si conclude con tutte le versioni alternative del Batman di Zur-En-Arrh che guardano i due tornare nel loro mondo esclamando «è ora di combattere il crimine».

Appunti sparsi

Non penso sia un caso che questo arco narrativo si concluda con una sfilata di cameo dei Batman del multiverso, incluso quello interpretato da Michael Keaton, proprio quando sta per uscire The Flash, in cui l’attore torna dopo oltre trent’anni a vestire i panni dell’Uomo Pipistrello. Ah, le meraviglie del marketing interaziendale.

I fumetti di supereroi hanno una spaventosa familiarità con il concetto di multiverso, ma finché altri linguaggi (i cartoni animati e i videogiochi prima di tutti) non l’hanno sfruttato con disinvoltura, scavallando quella che un tempo sembrava un’idea raschiata dal fondo del barile (i mega team-up dei personaggi), a nessuno era mai venuto in mente di giocare così tanto con le versioni alternative di uno stesso supereroe o con la miscela di universi. 

È anche vero che ciò è stato possibile perché abbiamo accumulato anni di letture, visioni, videogiocate, che hanno prodotto altrettante incarnazioni diverse di eroi che erano nati come icone monolitiche. E perciò, a colpi di aggiornamenti di costume, cambi di attori e reboot, prima con Spider-Men (il fumetto di Bendis e Pichelli in cui si incontravano Peter Parker e Miles Morales) e Ragnoverso, poi con Secret Wars,* si è creata questa tendenza rimasticare vecchie idee per creare piatti apparentemente nuovi. Ricordo ancora la delusione nel vedere che in Spider-Man: No Way Home non c’era un solo personaggio nuovo, era l’apice della pigrizia creativa, fare un film senza inventare NULLA di nuovo se non forse il costume che si vede negli ultimi due secondi di film).

{*So bene che esistono esempi fumettistici simili precedenti a questi due, ma questi sono quelli che hanno messo a punto una formula, semplice nell’ideazione quanto complicata nella sua messa su strada, per tutto ciò che è venuto dopo.}

Nel caso di Batman e soci, la lucida perversione di DC Comics ha portato alla nascita di serie o miniserie fumettistiche ambientate nel mondo della serie tv con Adam West (Batman ‘66), Lynda Carter (Wonder Woman ‘77), della serie cinematografica con Michael Keaton (Batman ‘89) o di quella con Christopher Reeves (Superman ’78). Quindi, ecco, la comparsata del Batman keatoniano o di quello di Adam West non fa neanche un effetto straniante, dato che i lettori, alcuni almeno, già li avevano visti in azione.

Questo arco narrativo si è rivelato a sorpresa un piccolo Ragnoverso in salsa batmaniana, che serve anche a celebrare la storia del personaggio e della testata. E se in Ragnoverso il team creativo arrivava a disegnare delle scene con lo stile del cartone di Spider-Man degli anni Sessanta, qui il lettore ripiomba negli universi alternativi grazie all’abilità mimetica di Jorge Jimenez (affiancato da Mike Hawthorne e Mikel Janin), che replica lo stile di vari autori, come il Mike Mignola che in Gotham by Gaslight aveva inventato il Batman steampunk o il realismo pittorico di Alex Ross (Kingdome Come).

Tra gli altri universi visitati ci sono quello vampiresco della Trilogia di Batman e Dracula (di Doug Moench e Kelley Jones), la serie animata di Batman degli anni Novanta (anche quella adattata a fumetti), il serial cinematografico del 1943 e la serie di videogiochi Batman: Arkham. E gli squali Joker erano già apparsi nella miniserie Tre Joker.

Batman of the Future (Batman Beyond in originale) è invece una serie animata andata in onda dal 1999 al 2001 negli Stati Uniti, adattata poi anche in varie serie a fumetti. Racconta di un Bruce Wayne del futuro ormai attempato che fa da mentore a un nuovo Batman, Terry McGinnis. Il ritorno del Cavaliere Oscuro, infine, è la fondamentale storia di Frank Miller che ha dato uno scossone al fumetto supereroistico e al fumetto in generale nell’anno d’oro 1986. Vederlo ridisegnato in questo albo fa un certo effetto. Non so dire quale, se di divertimento o di tristezza (a Jimenez certe pose milleriane escono proprio male, se la cava molto meglio negli altri universi visivi), ma lo fa.

Che Batman trovi un repellente per squali nella bat-cintura donatagli dal Batman della serie tv interpretato da Adam West è una saporosa gag che non sarà sfuggita agli amanti dei meme vecchia scuola. Nel film del 1966, realizzato sull’onda del successo della serie tv, Batman riusciva a liberarsi dall’attacco di uno squalo usando un apposito spray. La scena è diventata un tormentone dell’Internet, al pari di quella in cui Bruce cerca di liberarsi di una bomba che sta per esplodere.

Insomma, The Bat-Man of Gotham è stata un’enorme, insensata e inutile scusa per il LOL finale,* in un misto di plagi a Ragnoverso, incertezze (la sottotrama di Alfred che c’entrava? Ma pure tutto il resto, alla luce del finale, pare essere un riempitivo per ingannare il tempo) e sbrodolamenti introspettivi da parte di Zdarsky, che lascia andare Batman a monologhi interiori sui temi della paura, dell’incapacità di arrendersi e sulla dualità tra lui e il Joker.

{*Che poi sappiamo tutti che il vero, unico LOL sarebbe stato un bel cameo di George Clooney, che a questo punto pretendo di vedere nel film di Flash.}

Abbiamo paura che le intelligenze artificiali ci rubino il lavoro, ma io dico che se andiamo ancora dietro alle gag del repellente dello squalo per portare a casa la pagnotta, e ci sentiamo compiaciuti, appagati e perfino stimolati intellettualmente nel ridere di scivoloni comici di sessant’anni fa, forse è il caso che il mio telefono inizi a scrivere le sceneggiature di Zdarsky al posto suo.

Se non altro, questo “numero 900” ci regala una notevole variant cover disegnata da Joe Quesada, che raffigura ben 23 differenti Batman.

Leggi tutti gli articoli sulla serie “Batman” di Chip Zdarsky

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