ATTENZIONE: QUESTO ARTICOLO CONTIENE SPOILER PER THE AMAZING SPIDER-MAN 23

The Amazing Spider-Man torna a bomba sulle vicende principali della testata, e il team creativo di Zeb Wells e John Romita Jr. affrontano finalmente il mistero dietro a ciò che è successo nei sei mesi precedenti all’inizio della serie.
Nel numero scorso, Wells e Romita hanno riportato sulle scene un vecchio nemico di Spider-Man, che ora si fa chiamare Scribble Man. Un anno prima, il matematico folle Benjamin Rabin era riuscito a fuggire dalla sua prigione e aveva catapultato Mary Jane e Spider-Man in una New York distrutta, dove i due erano stati inseguiti dall’entità nota come Wayep, che aveva provocato un enorme cratere nella realtà di Spider-Man, a York, in Pennsylvania.
Cosa succede nell’albo

Mentre Mary Jane e Paul sono rimasti nella dimensione parallela, Peter torna faticosamente a New York, dove scopre che sembra essere passato soltanto un giorno dall’ultima volta che è stato visto, mentre secondo lui dovrebbe essere trascorsa una settimana, se non di più. Da zia May, che sta pagando le spese di cura del centro medico in cui era stato ricoverato Peter nell’arco narrativo Beyond (spese che Peter non sta saldando), si presenta anche Norman Osborn, che vuole assicurarsi delle condizioni di Peter, e sa che se lo chiedesse direttamente a lui il ragazzo si arrabbierebbe. Così succede: Peter sbatte Norman al muro, ma questi gli spiega che vuole solo il suo bene.
Spider-Man chiede aiuto ai Fantastici Quattro per tornare nella dimensione parallela e salvare Mary Jane, ma Reed e Susan sono impegnati in una missione e Johnny gli impedisce di utilizzare il laboratorio. Capitan America è stato avvisato che nell’esplosione in Pennsylvania è stato ritrovato il costume di Spider-Man, e Peter dovrà sottoporsi a dei test per accertarsi, per esempio, di essere lo Spider-Man che tutti conoscono. Peter scappa via: non ha tempo per spiegare tutta la vicenda, ci vorrebbero giorni e lui ha bisogno di trovare un laboratorio il prima possibile, perché se il tempo scorre più velocemente nella dimensione parallela, ogni secondo qui si tradurrebbe in ore di prigionia in più per Mary Jane.
L’eroe viene intercettato da Capitan America, che gli assicura che tutto si risolverà se avrà la pazienza di spiegare che cosa è successo. Quando Steve dice a Peter che ci vorranno al massimo due giorni, Peter si rifiuta, gli sferra un pugno in pieno volto e si dilegua. A corto di opzioni, si rivolge a Norman Osborn.
Appunti sparsi

Continua il lungo flashback relativo ai sei mesi di vuoto che precedono l’inizio di Amazing Spider-Man 1. I misteri stanno venendo risolti un po’ per volta e in questo albo vediamo come, in seguito all’incidente causato dalla morte* di Wayep, Peter sia diventato una specie di fuggitivo braccato dalla legge. E altre cose le possiamo intuire dagli indizi seminati nei primi numeri, in cui la Torcia Umana ci rivelava che Peter aveva rubato qualcosa dal laboratorio di Reed, probabilmente qualcosa che servirà a lui e a Norman per costruire la tuta ipertecnologica già vista in precedenza.
{*Apparente, capace che Rabin lo resusciti in qualche modo.}
È tutto un numero mosso dall’ansia, non stiamo mai nello stesso spazio per più di due o tre pagine, e il lettore si immedesima bene nel senso di fretta e urgenza che prova Peter. I suoi sono comportamenti giustificati dal suo punto di vista, ma non abbastanza logici da passare come credibili. Perché, per esempio, non si è preso cinque minuti per raccontare a Capitan America il motivo della sua fretta, invece che prenderlo a pugni e schiantarlo al muro con il suo stesso scudo?
John Romita Jr. piazza qualche bella tavola (la fuga dal Baxter Building, lo scontro con Capitan America) e ritma la lettura contribuendo all’irrequietezza generale dell’albo. In attesa di leggere quelli che sono stati definiti i numeri più sconcertanti di sempre, può bastare.
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