Parliamo di QUEL colpo di scena di Spider-Man

Il rilancio di " The Amazing Spider-Man", raccontato numero per numero da Andrea Fiamma.

ATTENZIONE: QUESTO ARTICOLO CONTIENE SPOILER PER THE AMAZING SPIDER-MAN 26

amazing spider-man 26 colpo di scena

La rivelazione tanto attesa riguardante il colpo di scena di Amazing Spider-Man 26 – definita da Marvel Comics “sconvolgente” – è arrivata, ma già la sappiamo tutti, no?

Il rilancio di Zeb Wells e John Romita Jr. raggiunge infatti il punto cruciale con questo albo che chiude molte delle trame e degli interrogativi lasciati in sospeso da un anno di uscite. Come lo fa? Deludendo. Più o meno. Ora ve lo spiego.

Cosa succede nell’albo

Nel presente, Rabin è tornato a scatenare la sua furia su New York, evocando antichi mostri maya che stanno seminando distruzione per le strade. Norman Osborn (nella sua tuta da Gold Goblin), i Fantastici Quattro e Kamala Khan, ossia Ms. Marvel, arrivano in soccorso di Spider-Man e Mary Jane. Rabin vuole sacrificare Mary Jane per diventare Dio della Morte.

In un flashback, scopriamo che Paul si chiama Paul Jeremiah Rabin ed è il figlio del dottor Rabin responsabile di tutta la vicenda. L’uomo proveniva da una realtà parallela in cui era stato costretto a uccidere il padre per evitare il peggio. Dato che i bambini trovati da Mary Jane e Paul sono connessi emotivamente all’Emissario, Rabin li fa tornare nella loro realtà. Mary Jane, armata della tecnologia inventata con Paul e coadiuvata da Ms. Marvel, si scontra così con Rabin.

Gold Goblin, i Fantastici Quattro e Spider-Man utilizzano la simbologia maya per sconfiggere i mostri di Rabin. Quest’ultimo, intanto, riesce a uccidere Mary Jane, venendo però divorato dalle forze maya che gli danno del bugiardo: non ha sacrificato la persona giusta. Quella che ha ucciso non è infatti Mary Jane ma Ms. Marvel, che si era sostituita a Mary Jane grazie ai suoi poteri da mutaforma, sacrificandosi al suo posto. Mentre i supereroi piangono Kamala, Mary Jane e Paul sono affranti per la scomparsa dei bambini.

amazing spider-man 26 colpo di scena
amazing spider-man 26 colpo di scena

Appunti sparsi

Mi ritengo un discreto ingenuotto, le cose a cui faccio affidamento sono una manciata, per il resto sono sempre in balia del tempo e delle correnti. Ne è la riprova il fatto che avevo davvero creduto che la rivelazione di Amazing Spider-Man 26, annunciata da Marvel Comics come il momento «più sconvolgente degli ultimi 50 anni», fosse ciò che prometteva l’ufficio stampa dell’editore.

I lettori, almeno quelli che frequentano i social,* non l’hanno presa bene (come dimostra questo commento sotto un post dell’editor di Spider-Man Nick Lowe, ma pure su Reddit non piovono complimenti). Mi trovo a dover in parte concordare con le critiche mosse, un po’ perché la storia di Amazing Spider-Man 26 non va neanche vicina al “momento più sconvolgente degli ultimi 50 anni” (spiegatemi poi come la morte di Kamala possa influire su Spider-Man, altro senso di colpa da gestire?), un po’ perché ci arriva attraverso una costruzione dilettantesca.

{*Utile sempre ricordare che ci sono lettori che passano esistenze intere senza sapere chi scrive gli albi e che una grossa fetta del pubblico che usufruisce di un prodotto – e questo è vero un po’ per tutto, dai fumetti di Dylan Dog alla televisione – è totalmente sconnessa da qualsiasi dinamica produttiva o critica, legge e basta e il suo unico feedback è comprare o non comprare. Nel caso di Amazing Spider-Man, la testata in quest’ultimo anno è spesso stata al primo posto nella classifica di vendita.}

A me in realtà sta bene che Wells abbia voluto scriversi addosso e recuperare una sua vecchia creazione (ricordo che Rabin è un cattivo comparso in una storia, scritta da Wells, risalente a più di dieci anni fa) per usarla come selling point di questo rilancio, anche se mi sfugge il motivo di interesse per qualsiasi lettore che non sia un parente o un amico di Wells. Proprio perché, sulla carta, non fremo per leggere il ritorno di un personaggio che manco ricordavo esistesse, ero pronto a ricredermi. Solito discorso: qualsiasi storia va bene, se la racconti come si deve.

Il problema è che manca proprio il pathos. Nei confronti di Paul e i bambini credo che nessuno sulla faccia della Terra abbia potuto sviluppare un minimo attaccamento, dato che li abbiamo sempre visti come cartonati sullo sfondo. Mary Jane ci ha interagito il giusto, ma comunque il grosso della sua relazione con Paul e i due orfani avviene fuori dalle pagine, tra le pieghe delle scene che sono state riassunte nel numero precedente. Poi, al cattivo non viene nemmeno dato un po’ di spessore. E la morte di Ms. Marvel forse va bene per qualche titolo di giornale, ma poi a livello narrativo, fatta così, a secco, senza manco un po’ di preambolo, ha il fragore di una piuma che cade per terra.

amazing spider-man 26 colpo di scena

Wells non è proprio un beniamino dei fan, ma secondo me era partito bene. Peccato che sia perso per strada, arrivando alla conclusione di una storia che va avanti da un anno in maniera così scialba e raffazzonata. Questo Spider-Man è una roba che leggi a testa bassa, scorrendo senza stare a preoccuparti della logica interna (assente) e vivendola quasi come esperienza d’improvvisazione musicale, guardando la narrazione di Romita. A tal proposito, questa è la parte dell’articolo in cui dico quanto è bravo John Romita Jr. con le scene di menarsi (e quanto è scarso nei volti dei bambini, per non parlare di certe Mary Jane che non gli sono venute proprio bene).

Giusto per non sembrare un one-trick pony vi dico anche che in questo albo è bravo a rendere il respiro della città. C’è una scena in cui un mostro erutta da Central Park e tu senti proprio l’ampiezza della città, il disastro che crea, con due immagini del parco. Sembra una stupidata, ma spesso quando si disegnano sfondi cittadini, o tiri due linee cercando la sintesi o sbagli inquadratura, soffocando lo spazio.

Il personaggio di Ms. Marvel muore proprio nell’anno in cui compie dieci anni: fu infatti ideato nel 2013 da Sana Amanat – editor e ora dirigente di Marvel Comics di origine pakistana – e poi sviluppato insieme alla sceneggiatrice G. Willow Wilson – anche lei americana e musulmana – e al disegnatore Adrian Alphona (co-creatore anche dei Runaways).

Amanat, Wilson e Alphona sono stati gli autori della prima serie regolare dedicata a Ms. Marvel/Kamala Khan, pubblicata negli Stati Uniti fra il 2014 e il 2015 e durata 19 numeri. Il personaggio di Ms. Marvel è poi stato anche protagonista di una serie tv dei Marvel Studios e tornerà nel film The Marvels – sequel di Captain Marvel – il prossimo novembre (qui c’è il trailer). Che dite, in autunno già l’avranno resuscitata?

Le ultime parole di Ms. Marvel – rimaste parzialmente inespresse – richiamano il motto del personaggio «Il bene non ha a che vedere con quello che sei, ma con quello che fai» (in originale «Good is not a thing you are, it’s a thing you do»), una citazione del quinto numero della serie a fumetti di Ms. Marvel, ed era per l’eroina una sorta di equivalente del motto «da un grande potere derivano grandi responsabilità» dello stesso Spider-Man.

Leggi tutti gli articoli sul rilancio di Spider-Man

Entra nel canale WhatsApp di Fumettologica, clicca qui. O seguici su Telegram, Instagram, Facebook e Twitter.