
Lo scorso anno Eiichiro Oda e Gosho Aoyama, due dei più noti e importanti fumettisti giapponesi contemporanei, si sono incontrati per la prima volta per realizzare un’intervista a due e discutere dei loro rispettivi manga, One Piece e Detective Conan. L’occasione è stata la pubblicazione dei centesimi volumi delle loro opere, un traguardo notevole visto che al giorno d’oggi non ci sono molti manga così longevi.
L’incontro è stato un vero e proprio evento, non solo perché i due autori non si erano ancora incontrati e quindi non si conoscevano, ma anche perché non è così scontato che due case editrici giapponesi differenti collaborino per promuovere i rispettivi manga di punta editi su due riviste in diretta concorrenza. Detective Conan è infatti pubblicato sul Weekly Shonen Sunday di Shogakukan, mentre One Piece su Weekly Shonen Jump di Shueisha.
Il risultato ha portato Oda e Aoyama a realizzare un’illustrazione a quattro mani dei loro personaggi più famosi: Shinichi Kudo e Rei Furuya di Detective Conan e Monkey D. Rufy e Roronoa Zoro di One Piece. Il contenuto più prezioso di questo incontro è però senza dubbio l’intervista, in cui i due autori discutono a tutto campo delle loro influenza e passioni (citano Dragon Ball, Ranma 1/2, Ushio e Tora, Slum Dunk, Io sono Teppei!, Touch, Rough e H2) e del proprio lavoro con profonda reverenza e non poca ironia.
Il testo completo è stato di recente edito in un albo speciale di 32 pagine da Star Comics – l’editore italiano di entrambi i manga – che lo ha proposto in allegato a un bundle con i volumi 104 di One Piece e 102 di Detective Conan, contenuti da una sovraccopertina che riproduce l’illustrazione sopracitata realizzata dai due autori (acquistabile online qui).
Tra i passaggi più interessanti dell’intervista, che è piuttosto ricca, c’è sicuramente quello in cui Oda e Aoyama discutono dell’impegno e dello stress derivato dal loro lavoro:
Domanda: Di norma, quando lavorate ai vostri fumetti, fate più fatica coi disegno o con la storia?
Aoyama: Forse con entrambi. Sono entrambi aspetti impegnativi e, al contempo, piacevoli. Dico bene?
Oda: Aaaah, io faccio più fatica con la storia! Disegnare non è mai un problema! Una volta ultimati gli storyboard (cioè la storia), resta solo da disegnare, e mi sembra quasi di avere già fatto il grosso del lavoro. Visto che adoro disegnare, vorrei impiegare quasi tutto il tempo a farlo, ma mentre coi disegni in qualche modo me la cavo sempre, anche quando sono di fretta, con gli storyboard tendo ad andare a rilento.
Aoyama: Anche per me credo fosse così, quando avevo la tua età. Dormivo solo tre ore, altrimenti non facevo in tempo. A quei tempi era dura. Adesso invece me la prendo abbastanza comoda.
Oda: Però il successo arriva grazie a un’attività che svolgi mentre sei sveglio, e quindi quando dormi, poi, non ti viene l’ansia?
Aoyama: Quando sono stato ricoverato perché mi ero ammalato, morivo d’ansia. Mi chiedevo continuamente se potevo permettermi di starmene lì senza fare nulla.
Oda: Si, ti capisco. Ci si agita, vero?! Anche io una volta mi sono ammalato, ma ho chiesto se potevo portare con me gli strumenti per colorare e ho fatto un’illustrazione a colori mentre ero in ospedale.
Aoyama: Proprio così, non si riesce a stare calmi. Anch’io alla fine avevo chiesto di lasciarmi fare dei disegni autografati da allegare a “Shonen Sunday Super”, ma alcuni fan si sono arrabbiati: «Perché fate lavorare il maestro Aoyama, che è malato». (XD) In realtà ero stato io a chiedere di poter disegnare!
Oda: In una stanza d’ospedale si sta belli tranquilli, ci si può rilassare, quindi, anche se si potrebbe pensare il contrario, è una situazione perfetta per disegnare. Ho potuto prendermi tutto il tempo che volevo per illustrazione. Quando pubblico, invece, ho sempre il fiato sul collo e fondamentalmente non ci sono momenti in cui non lavoro. Sono sempre alle prese con qualche scadenza.
Emergono anche dettagli interessanti sui dietro le quinte del lavoro e del rapporto con gli editor:
Aoyama: Il mio responsabile viene a casa mia vero le due del pomeriggio e come prima cosa ci occupiamo di questione relative alla televisione o alle riviste. Quando cominciamo a parlare del fumetto è ormai sera. […] Quando vediamo che è quasi mezzanotte rimandiamo al giorno dopo. Una volta andavamo avanti fino all’alba, ma ormai ho la mia età.
Oda: Io faccio tutto al telefono […] Spiego a grandi linee quello che vorrei fare, ascolti i commenti e magari, ad esempio, mi rendo conto che la mia idea non funziona. Visto che la mia è una storia continua, facciamo delle chiamate settimanali tenendo a mente che devo rispettare comunque la scadenza settimanale.
Non mancano infine indiscrezioni e riflessioni sulla conclusione dei manga:
Oda: In realtà avevo in programma di finire One Piece in cinque anni e di mettere insieme i dieci personaggi in un anno e mezzo. Mi sembrava un gioco da ragazzi, ma sono stato troppo ingenuo… Non è che la sto tirando lunga tanto per fare, eh!
Aoyama: Rimanga tra noi, ma… gli storyboard dell’ultimo capitolo li ho già disegnati […] Come ho già detto, tempo fa mi sono ammalato… E visto che nessuno di no sa quando morirà, per scrupolo ho deciso di disegnarli. Sarà stato ormai cinque anni fa. […] Il finale l’ho deciso. Certo, ci sono ancora diversi capitoli da realizzare per arrivarci…
Oda: Anche per One Piece ho sempre avuto un’idea sul capitolo finale, ma è qualcosa che cambia a seconda delle situazioni e del momento. Ecco, quando qualcuno griderà «Abbiamo trovato lo One Piece», il manga finirà. (XD)Diciamo che la parte finale inizia ora. […] Ho tantissima voglia di risolvere tutto quanto. […] Quanti anni ci vorranno… Visto che, a furia di azzardare risposte, ho perso ogni credibilità, forse è meglio che non risponda affatto! (XD). Finora ho continuamente sforato i tempi, quindi non dovrei dirlo ad alta voce, ma il mio obbiettivo è di finire in circa tre anni.
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