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Mondi POPAnimazioneCon “Questo mondo non mi renderà cattivo” Zerocalcare sorprende ancora

Con “Questo mondo non mi renderà cattivo” Zerocalcare sorprende ancora

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Pur mostrandosi impermeabile al successo ottenuto e sempre attento a non prendersi troppo sul serio, Zerocalcare ha di fatto da tempo conquistato il centro della scena fumettistica e culturale italiana. Per fare un breve recap: il suo primo graphic novel, La profezia dell’armadillo, inizialmente autoprodotto, nell’edizione di Bao Publishing ha avuto 24 ristampe per oltre 200 mila copie vendute; nel 2015 Dimentica il mio nome era tra i finalisti al Premio Strega; nel 2020 Scheletri è stato in vetta alle classifiche di vendita dei libri – risultato replicato alla fine del 2022 con No Sleep Till Shengal – mentre in una copertina dell’Espresso all’autore veniva riconosciuto il merito di essere «l’ultimo intellettuale» italiano.

Approdando a Netflix come autore e regista di una serie d’animazione, Zerocalcare non ha semplicemente ottenuto un’ulteriore impennata di popolarità, è diventato mainstream: con Strappare lungo i bordi, come a suo tempo ha efficacemente riassunto Andrea Fiamma, è riuscito a portare a casa due risultati potenzialmente inconciliabili: rivolgersi ai lettori e alle lettrici di fumetti che da tempo lo conoscevano, senza deluderli né tradirli, e allo stesso tempo farsi conoscere – e amare – da un pubblico nuovo e decisamente più ampio. Con Questo mondo non mi renderà cattivo Zerocalcare sembra ora mirare ancora più in alto, scegliendo di rivolgere l’attenzione di una platea ormai vastissima e più composita di un tempo verso quel pensiero politico che è sempre stato presente nei suoi fumetti.

La nuova serie, prodotta da Movimenti Productions e Bao Publishing, non è – come era già stato chiarito – un vero e proprio sequel di Strappare lungo i bordi, anche se con questa conserva vari elementi di continuità: la sigla è un nuovo, disincantato, brano del cantautore Giancane; torna la scelta dell’autore di dare la sua voce, la parlata veloce e l’accento romano a quasi tutti i personaggi; e ovviamente sono presenti lo Zerocalcare-personaggio, l’Armadillo doppiato da Valerio Mastandrea e alcuni degli amici storici del protagonista, in particolare Secco e Sarah, nella cornice di Rebibbia.

Zero continua a vivere nel suo quartiere e a frequentare gli amici di sempre, nonostante viva con crescente pressione il successo ottenuto come autore e gli obblighi che questo comporta – per esempio, dover partecipare a una trasmissione televisiva dove i fatti di cronaca sono riportati con una sensibilità decisamente opposta alla sua. A questo dilemma si aggiungono presto altri grattacapi. Torna a Rebibbia Cesare, un amico cui Zero era molto legato e con cui ora non sa più relazionarsi.

Intanto scoppiano delle contestazioni intorno a un centro di accoglienza, e la tensione che si respira nel quartiere finisce per riflettersi nelle scelte e nelle azioni dei vari personaggi. Zerocalcare, che per affrontare i cambiamenti avvenuti nella sua vita si è sempre appigliato alle persone care e ai valori con loro condivisi, realizza quanto sia difficile non perdere sé stessi quando gli eventi sembrano remare contro.

In Questo mondo non mi renderà cattivo ci sono tutti gli ingredienti della formula narrativa distintiva di Zerocalcare: l’alternanza tra presente e passato, la commistione di riferimenti pop e citazioni colte, il bilanciamento tra gag divertenti e scene toccanti. E, soprattutto, l’equilibrio tra la volontà di affermare una visione del reale e la consapevolezza di non essere depositari di verità assolute. Il tema centrale resta il viluppo di senso di colpa, rimpianto e frustrazione che accompagna il passaggio dall’adolescenza all’età adulta, ma se nella serie precedente il racconto si dipanava intorno a un’esperienza privata, qui è un evento che tocca la comunità a scatenare ed esacerbare le reazioni dei personaggi.

Zerocalcare è riuscito negli anni a trasformare il suo immaginario personale in un racconto generazionale ancorato non solo alla cultura pop ma anche e soprattutto a un ideale politico ed etico ben preciso: il rifiuto di qualsiasi ideologia di destra, la denuncia degli abusi delle forze dell’ordine e la solidarietà mai paternalistica verso tutti quelli che la società etichetta come “ultimi”. Cosa più unica che rara per un autore Millennial, Zerocalcare ha creato una narrazione autobiografica che respinge ogni individualismo, in cui l’autoanalisi – onesta e ironica – non è fine a sé stessa ma è un primo passo verso una riflessione proiettata all’esterno. 

Le opere dell’autore riflettono quindi un modo di stare al mondo in cui non è ammesso rinchiudersi nel proprio fregandosene di quello che succede intorno, dove il bisogno di risposte spinge a interrogare il reale nella sua complessità e dove si resta sempre sintonizzati sull’aspetto umano di ogni vicenda, individuando nell’empatia l’unico approccio utile per affrontare con i propri scarsi mezzi anche quei problemi che appaiono troppo più grandi di noi.

Tale visione trova una quadra perfetta nella storia ideata da Zerocalcare per Questo mondo non mi renderà cattivo, dove diventare adulti non significa solo fare i conti con i traguardi mai raggiunti ma soprattutto misurare quanto sia difficile difendere la propria integrità in un mondo che ti incattivisce costringendoti a pagare care le tue scelte, giuste o sbagliate che siano. 

Questo mondo non mi renderà cattivo fa ridere e commuovere mentre ci ricorda come nella vita reale sia impossibile separare il bianco dal nero. E rappresenta un nuovo e riuscito capitolo nella carriera di un autore che, andando testardamente sempre nella stessa direzione, continua ancora a sorprendere.

Leggi anche: L’Animation Art Book di Zerocalcare

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