
Diverse persone che hanno lavorato a Spider-Man: Across the Spider-Verse hanno dichiarato a Vulture che la lavorazione del film è stata ostacolata da continui ripensamenti, addirittura fino a poche settimane dall’uscita nelle sale. La causa principale sarebbe stato il perfezionismo di Phil Lord, produttore e supervisore creativo della pellicola insieme a Chris Miller, che sta compromettendo anche l’uscita nei tempi previsti del seguito, Beyond the Spider-Verse, attualmente fissata per marzo 2024.
Lord e Miller, produttori, registi e sceneggiatori, hanno realizzato film di grande successo commerciale e critico (Piovono polpette, The LEGO Movie e 21 Jump Street, oltre a Spider-Man – Un nuovo universo), ma, stando alle fonti di Vulture, non sarebbero stati in grado di gestire la lavorazione di Spider-Man: Across the Spider-Verse. Il sito riporta infatti le testimonianze anonime di quattro membri del gruppo di lavoro, tra animatori e responsabili della produzione, che, insieme a circa un centinaio di persone, hanno abbandonato l’impiego prima della fine dei lavori per la troppa fatica.
Il principale responsabile di questo malessere sembrerebbe essere Phil Lord, incapace di prendere decisioni nelle prime fasi di produzione (come quelle di storyboard in cui le cose possono essere cambiate in fretta e senza particolari costi aggiuntivi) per poi chiedere continue modifiche a sequenze quasi ultimate, facendo di conseguenza aumentare il budget e le ore di lavoro degli animatori.
Across the Spider-Verse sarebbe inizialmente dovuto uscire ad aprile 2022, per poi essere spostato a ottobre dello stesso anno e infine a giugno 2023, a causa di quelli che, stando a Entertainment Weekly, erano stati definiti «ritardi dovuti alla pandemia». La realtà, secondo le fonti di Vulture, è un’altra: gli animatori erano stati assunti nella primavera del 2021, per poi restare fermi dai tre ai sei mesi, in attesa che Lord approvasse le sequenze da mandare in produzione.
Rimandare la data dell’uscita non è comunque bastato, e per recuperare il tempo perduto gli animatori sono stati costretti a lavorare 11 ore al giorno, sette giorni su sette, per più di un anno. Molti di loro hanno resistito pur di vedere il lavoro sullo schermo e poterlo inserire nel proprio curriculum. Lord è stato descritto come «una diga che blocca tutta l’acqua. Invece di approvare le sequenze, ci lavorava finché non c’era più tempo. E alla fine la diga si è rotta e ci è arrivato tutto il lavoro in un colpo solo, costringendoci a fare straordinari».
Stando alle fonti, i tre registi accreditati di Across the Spider-Verse, Joaquim Dos Santos, Justin K. Thompson e Kemp Powers, dovevano sottostare al volere di Lord, che aveva l’approvazione finale su ogni sequenza del film. Il socio di Lord, Chris Miller, sembra invece aver latitato nelle fasi iniziali della produzione. Vulture fa sapere che Lord, Miller, Dos Santos, Thompson e Powers non hanno voluto commentare queste voci.
Amy Pascal, produttrice del film, ha invece ammesso che la lavorazione è stata travagliata perché ha comportato importanti cambiamenti a livello di trama e di stile visivo. Insieme a lei, Michelle Grady, general manager di Sony Pictures Imageworks, uno degli studi che ha lavorato all’animazione del film, ha difeso l’operato di Lord, responsabile di «convogliare tutte le decisioni prese dai tre registi, dai produttori e dallo studio, diventando un facile bersaglio per le ire dei dipendenti». Per Grady la lavorazione del film è stata sicuramente difficile ma anche «straordinariamente appagante».
A Hollywood, la categoria degli animatori e di chi lavora con l’animazione, rappresentati dal sindacato The Animation Guild, è una delle meno tutelate (lo stesso Sony Pictures Imageworks è uno studio che non aderisce alle regole sindacali, perché, nonostante l’affiliazione con Sony Pictures Animation – che invece rispetta le norme sindacali – è una realtà indipendente).
Ai lavoratori che si sono sentiti demoralizzati nel dover modificare cinque volte una sequenza nella fase finale della sua produzione, Pascal dice: «È così che si fa un film». In realtà, se è vero che in un film d’animazione le scene possono cambiare in maniera radicale e venire ripensate un’infinità di volte, questo accade però nelle prime fasi di lavorazione, quando il film è ancora in forma di storyboard grezzi ed è facilmente ripensabile, non quando la scena è ormai pronta per essere ultimata.
Una modifica a una scena quasi definitiva comporta infatti il coinvolgimento di moltissime persone, da chi anima i personaggi a chi gestisce le simulazioni (cioè tutto ciò che non viene animato a mano, come il movimento dei vestiti o dei capelli), le luci e altri aspetti tecnici, e di conseguenza ha un costo maggiore. «Phil e Chris non hanno una visione chiara» ha commentato uno degli intervistati. «Sono bravi a migliorare il film mano a mano, attraverso continui tentativi.»
Una delle fonti ha dichiarato che Phil Lord era in cima alla piramide decisionale e che «la sua parola valeva più di quella dei registi, che erano sì al comando, ma se la loro opinione andava in contrasto con quella di Lord, quest’ultima aveva la precedenza. Dovevano fare quello che diceva Phil. E con Phil Lord, niente è mai definitivo. Era un continuo lavorio per migliorare ogni cosa».
A Lord viene riconosciuto il fatto di avere «buone idee. Parla molto bene il linguaggio creativo e ascoltarlo può essere d’ispirazione. Ma il processo per arrivare a quel risultato non è per niente d’ispirazione». Questo stile di gestione del lavoro ha dunque causato enormi ritardi. Spider-Man: Across the Spider-Verse è stato completato a poche settimane dalla data d’uscita e, secondo le fonti di Vulture, i lavori sul sequel, Beyond the Spider-Verse, sono ancora in alto mare. Al momento, dunque, l’ipotesi che sia pronto per marzo del prossimo anno è piuttosto remota.
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