
Tempo fa, nel parlare di She-Ra e le principesse guerriere, mi concentrai sui significati che la serie aveva in relazione al percorso privato del suo creatore, ND Stevenson (all’epoca Noelle Stevenson, prima della transizione). Ancora prima di quella serie, però, Stevenson aveva realizzato un fumetto intitolato Nimona, con cui aveva avuto un discreto successo (in Italia è stato pubblicato da Bao Publishing), all’interno del quale c’erano già i semi del cuore tematico dell’autore. Ora su Netflix è disponibile il film animato tratto da quel fumetto, a cui lo stesso Stevenson ha contribuito in forma di produttore.
Il film si svolge in un mondo alternativo con un’ambientazione ibrida: in parte medievale in parte fantascientifica. In un Regno racchiuso all’interno di alte e possenti mura per proteggersi dai mostri che stanno all’esterno e che mille anni fa furono respinti dall’eroina Gloreth, è stato istituito un ordine di Cavalieri. Tra questi, Ballister sta per ricevere la nomina dalla regina. Questa però è una grande novità, poiché Ballister non discende da stirpe nobile, e sarebbe il primo in assoluto a diventare cavaliere nonostante le sue umili origini. Ma il ragazzo rimane vittima di un complotto e per dimostrare la sua innocenza sarà aiutato dalla mutaforma Nimona.
Nimona è un ottimo esempio di film animato che si distacca dalla tendenza generale del 3D. Utilizza infatti un’animazione realizzata in computer graphic che simula il 2D ed è figlia di un percorso intrapreso da Blue Sky anni fa con Snoopy & Friends – Il film dei Peanuts. In tutto questo, c’è da sottolineare che Nimona ha avuto una storia produttiva molto travagliata: 20th Century Fox acquisì i diritti nel 2015, e la produzione fu affidata a Blue Sky Studios. Quando nel 2019 Disney acquisì Fox, la produzione del film subì forti ritardi, fino a essere del tutto cancellata nel 2021.
Nel 2022, Annapurna Pictures ha preso in carico il progetto, portandolo a termine e chiudendo un contratto con Netflix per la distribuzione. Nonostante questo lasso di tempo molto lungo, la resa grafica della pellicola è rimasta notevole, e buona parte della riuscita è dipesa dall’ambientazione che, come si diceva, mescola sci-fi e fantasy medievale, senza risultare schizofrenica ma, al contrario, trovando un equilibrio interno impeccabile.

Che Nimona fosse un’opera potenzialmente straordinaria si era però già capito dall’accoglienza ricevuta al Festival dell’animazione di Annecy, dove è stato accolto da 15 minuti di applausi. Nimona è infatti un film scritto bene, con personaggi ben caratterizzati, soprattutto per quanto riguarda la protagonista, una sorta di punk reietta che aspira al male ma che, in realtà, ha il solo desiderio di essere accettata. Nel fumetto di Stevenson appare una dedica: a tutte le ragazze-mostro. È tutto lì. Lì e nel percorso di Stevenson stesso, che ha attuato una transizione di genere, mostrando sui suoi canali social tutti i passaggi e sostenendo da sempre il concetto di libertà, accettazione, inclusività.
La metafora del mostro che viene percepito come tale perché è il sistema stesso che lo ha decretato e il conseguente odio verso il “diverso”, la sofferenza e il dolore che emergono da questa non accettazione, hanno attraversato tutta l’opera di Stevenson, ma qui toccano notevoli vette emozionali. Se si mette a raffronto il percorso privato di vita di Stevenson – che con questo film è diventato icona dei diritti LGBTQ+ – è impossibile non empatizzare con un’opera di puro coraggio.
Con il suo desiderio di mutare forma, di non essere come gli altri vogliono imporle di essere ma, piuttosto, come il suo cuore le dice di essere, Nimona diventa l’eroina contemporanea trasversale di cui abbiamo bisogno. Instabile, folle e spassosa, la protagonista nasconde un mondo di sofferenza che tiene ben nascosto. È un’eroina che soffre la solitudine e l’incomprensione, e solo una frattura sociale potrà interrompere secoli di pregiudizio. Il finale del film è fin troppo ottimista, ma questo messaggio vuole essere un grido di libertà e di speranza per il mondo futuro.
Tutto l’impianto tematico, per quanto complesso nelle sue stratificazioni allegoriche, non inficia affatto la bellezza, il divertimento e il coinvolgimento di un film che sfrutta le potenzialità dell’animazione senza dimenticare la trama e i suoi elementi essenziali. C’è bisogno di più Nimona, questo è certo.
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