Quanto era bello il mullet di Superman

superman mullet

È ormai qualche anno che il mullet – il taglio che prevede una frangia corta e capelli lunghi che scendono sotto la nuca – tiene banco come uno dei più popolari. Prima di tornare di moda in versione aggiornata per gli anni Duemilaventi, l’acconciatura, una delle più antiche mai portate dall’uomo, ebbe un fenomenale primo picco di popolarità tra gli anni Ottanta e Novanta, quando a indossarla non erano soltanto i cantanti country o i calciatori tedeschi, ma tutti quanti, incluso… Superman.

Sembrerà un dettaglio di poco conto, ma fra tutti i supereroi, Superman è uno di quelli con la pettinatura più riconoscibile: capelli corvini, corti e con la riga di lato, possibilmente ben pettinati e con un tirabaci che decora la fronte. Questo è sempre stato l’aspetto di Superman, nei fumetti, al cinema o in televisione, con rarissime e momentanee eccezioni: nel 1960, per esempio, nella storia Operazione kryptonite di Otto Binder e Curt Swan, l’esposizione alla kryptonite rossa gli fece crescere barba, capelli e unghie, e tornò all’aspetto normale solo grazie all’intervento di Supergirl e del cane Krypto. Logico, quindi, che un cambio di look del personaggio sia rimasto particolarmente impresso nella Storia del fumetto, specie se si tratta di uno dei tagli più amati-odiati in assoluto.

Superman iniziò a sfoggiare un nuovo taglio di capelli nel 1993, nei capitoli finali dell’evento La morte di Superman, denominati Il regno dei Superman. La saga, pubblicata da DC Comics tra il 1992 e il 1993, vedeva l’eroe morire per mano del cattivo Doomsday e poi resuscitare in una Metropolis in cui quattro nuovi individui avevano reclamato il titolo di Superman: Superboy, un clone adolescente di Clark; Steel, al secolo John Henry Irons, un uomo corazzato che rappresentava un incrocio tra l’eroe folkloristico John Henry e Kal-El; Cyborg Superman, un altro clone di Superman ibridato con Cyborg, un vecchio nemico di Kal-El (che si sarebbe rivelato il personaggio malvagio da sconfiggere); e poi l’Eradicatore, un alieno diventato un corpo d’energia miscelato con le ultime forze rimaste nelle cellule di Superman.

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Nella storia, l’Eradicatore ottiene il proprio corpo grazie alla tecnologia della Fortezza della Solitudine, il rifugio di Superman: dopo aver sottratto il cadavere di Superman e averlo messo in una matrice rigenerativa (un’incubatrice kryptoniana, in pratica), l’Eradicatore crea un duplicato corporeo da abitare e che viene alimentato da questo bozzolo contenente il deceduto Superman. Ma è proprio la permanenza nella matrice che resuscita Superman, al quale nel frattempo sono cresciuti i capelli. In realtà, quando lo vediamo emergere dalla matrice per la prima volta, in Chi è il vero eroe? (Action Comics 689), Clark Kent ha su ancora i capelli corti e sfoggerà il mullet solo nella successiva apparizione, Il ritorno, pubblicata su Superman: The Man of Steel 25 e realizzata da Louise Simonson e Jon Bogdanove.

Il “Super-Mullet”, come fu scherzosamente chiamato, nacque perché gli autori, coordinati dall’editor Mike Carlin, volevano far capire ai lettori che quello era un nuovo Superman (un’altra delle cose che modificarono per segnalare la differenza tra il vecchio e il nuovo Superman fu di scurire il rosso e il blu del costume classico). «Volevamo mostrare che era cambiato, almeno un po’. Niente di drastico, ma un dettaglio per sottolineare che c’era qualcosa di nuovo» disse Carlin.

Jon Bogdanove, che all’epoca disegnava la testata Superman: Man of Steel e portava lunghi capelli raccolti in una coda di cavallo, si difese dicendo che «non è stata una mia idea! E non era nemmeno un mullet, erano capelli alla Tarzan». Il fumettista disegnò Kal-El proprio utilizzando come riferimento il Tarzan che aveva letto da bambino nei fumetti editi da Gold Key Comics.

In realtà, l’idea era quella di un Superman con dei generici capelli più lunghi del solito, forse anche ispirati a quelli dell’attore Dean Cain, che all’epoca interpretava Clark Kent nella serie tv Lois & Clark – Le nuove avventure di Superman. Nessuno aveva scelto un taglio specifico, e ogni disegnatore seguiva il proprio gusto. 

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A certi matitisti non importava granché, così disegnarono i capelli appena un po’ più lunghi del solito. Altri, come ricorda Carlin, «si fecero prendere la mano e ci ritrovammo con capigliature leonine o trecce», come nel caso di Bogdanove o Stuart Immonen, autore di un lungo caschetto spettinato. Ma ormai il nomignolo “Super-Mullet” aveva preso piedi tra i lettori. Non era nemmeno una scelta così azzardata, dato che tra il 1991 e il 1997, diversi personaggi DC e Marvel, tra cui Aquaman, Booster Gold, Dick Grayson e Spider-Man, si lasciarono crescere i capelli in forme simili.

Superman tenne il mullet per ben tre anni, finché, in occasione del matrimonio con Lois Lane, celebrato nella storia del 1996 L’album del matrimonio, ci diede un taglio e tornò al suo aspetto classico. In quell’occasione poté andare dal barbiere perché aveva momentaneamente perso i propri poteri. Solitamente, invece, dato che i suoi peli resistono a qualsiasi forbice o lama, per radersi e tagliarsi i capelli Kal-El utilizzava un pezzo dell’astronave che lo aveva portato sulla Terra contro cui rifletteva la propria vista calorifera (la questione comunque è stata soggetto di numerose revisioni, e questo è solo uno dei vari metodi pensati dagli autori – qualche anno fa l’azienda di rasoi Gilette ci costruì attorno perfino una campagna pubblicitaria).

«Il mullet rimase in testa a Superman più del dovuto per il semplice fatto che ce ne dimenticammo» commentò Karl Kesel, uno degli autori attivi sul personaggio all’epoca. «O almeno io me ne dimenticai, d’altronde non era un elemento che influenzava le storie.» Da allora, i capelli del supereroe non sono mai cambiati, tranne in rare occasioni e quasi sempre fuori continuity. Nel 2011, come parte della collana DC Retroactive, che raccontava storie inedite dei supereroi in tre decenni diversi (Settanta, Ottanta e Novanta), Louise Simonson e Jon Bogdanove tornarono a realizzare una storia ambientata negli anni Novanta e la conclusero, in maniera ironica, con Superman rasato a zero per colpa di uno scontro che gli aveva bruciato i capelli.

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Nel 2019, durante la saga L’ascesa del Leviatano, Kal-El assunse l’identità segreta di Chaz Donen, un agente britannico con capelli ricci e folta barba. Nel novembre 2022, DC Comics omaggiò il Super-Mullet sulla copertina alternativa di Action Comics 1049, disegnata da Roger Cruz, parte di un’iniziativa dell’editore per celebrare gli anni Novanta attraverso i suoi momenti fumettistici più memorabili.

Il Super-Mullet è entrato di diritto in questa galleria di episodi da ricordare, perché è riuscito a riassumere un periodo di storie e un’epoca con un solo, decisivo, elemento di stile. In un certo senso, Superman è stato l’ultimo grande personaggio degli anni Novanta a indossare il mullet e quello che ha sancito anche la fine della popolarità di questo taglio di capelli, passato di moda in favore di altre capigliature.

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