
Giovedì 10 agosto, in un reel sul proprio profilo Instagram, Matteo Salvini ha mostrato un numero di Topolino dei primi anni Ottanta con la copertina dedicata al ponte sullo Stretto di Messina.
Nel video ha detto che gli è stato regalato in quanto Ministro delle Infrastrutture e grande sostenitore del progetto. «Un Topolino dell’Ottantadue che celebrava i cantieri per il ponte sullo stretto di Messina», l’ha definito, per poi aggiungere una battuta sul fatto che in quarant’anni da allora non si sia fatto nulla e che i cantieri siano fermi. La storia di cui parla Salvini, intitolata Zio Paperone e il ponte di Messina, però non celebra il progetto, anzi, racconta di qualcosa di completamente irrealizzabile.
Il fumetto, infatti, è un classico dello sceneggiatore Giorgio Pezzin, che dalla fine degli anni Settanta si era specializzato nei racconti delle imprese impossibili di Paperone. Il canovaccio di questo filone vedeva il fantastiliardario rendersi conto di un problema che affliggeva la cittadinanza – che fosse la scarsità di acqua potabile, l’inquinamento causato dalle auto o il sovraffollamento delle spiagge – e trovare una soluzione fuori dagli schemi, che sulle prime sembra funzionare per poi mutarsi in disastro.
Zio Paperone e il ponte di Messina, disegnata da Giorgio Cavazzano e pubblicata su quel Topolino 1401 del 3 ottobre 1982 mostrato dal ministro, segue lo stesso schema. La famiglia dei paperi assiste in televisione all’impresa impossibile dell’esploratore Lessner di attraversare lo Stretto di Messina su un traghetto il 1° agosto, cercando di superare la folla in attesa da giorni di un passaggio.

Da lì, l’idea dello “Zione” di mettere in campo le sue risorse impareggiabili per costruire quel ponte di cui si discute da oltre un secolo. I suoi scienziati sperimentano tre modelli diversi: un ponte a campata unica, un altro sostenuto da gigantesche mongolfiere e un tunnel sottomarino in gomma progettato per resistere ai terremoti. Inutile dire che tutti e tre si rivelano un fallimento.

La soluzione impossibile nasce da una conversazione con un pescatore siciliano che alleva coralli: realizzare un ponte naturale di corallo, a costo irrisorio, vivo e perciò in grado di rigenerarsi in caso di danni. La seconda parte della storia si allontana quindi dal progetto vero e proprio per incentrarsi sui tentativi di Paperone di convincere l’uomo a cedergli la sua coltivazione. Alla fine, però, le macchinazioni di Rockerduck mandano all’aria il piano del protagonista: è quindi il miliardario in bombetta a rendere reale l’idea assurda del rivale, che si vendica causando la demolizione del ponte da parte delle migliaia di turisti ansiose di portarsi a casa un souvenir della grande opera.

Il racconto a fumetti era seguito da quattro pagine di approfondimento sulla storia dei progetti del ponte sullo Stretto, a firma del caposervizio sceneggiature Franco Fossati, che si dimostrava ben più ottimista dei suoi autori sulla possibilità dell’opera. Inoltre, svelava il motivo contingente della pubblicazione della storia: la Minimarcia di Paperino, una manifestazione podistica per ragazzi che si sarebbe svolta proprio a Messina il 10 ottobre seguente.
Quella di Pezzin e Cavazzano, quindi, non può essere definita una storia celebrativa, a differenza forse della copertina di Marco Rota. Sottolinea sì le problematiche dei collegamenti tra la Sicilia e l’entroterra, seppur in modo buffo ed esageratamente surreale, ma racconta anche l’impossibilità di realizzare il progetto, e questo nonostante i mezzi fantascientifici e i soldi a disposizione di Paperon de’ Paperoni. Insomma, come sottolineato anche dallo sceneggiatore Disney Francesco Artibani, «nella storia il ponte non si poteva fare».
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