All’età di 95 anni è morto il pittore e fumettista Renato Calligaro, una delle figure che nel panorama artistico italiano maggiormente hanno contribuito a creare un legame tra fumetto e pittura.
Nato nel 1928 in Friuli-Venezia Giulia, l’anno successivo si trasferì a Buenos Aires e per diversi anni visse tra Italia e Argentina. Grazie anche all’influenza dell’arte sudamericana, il suo approccio alla pittura spesso contemplò una forte impronta narrativa, come dimostrano i suoi “quadri sequenza”. A fine anni Settanta realizzò poi una storia a fumetti pubblicata dal 1 al 3 di Alter Alter, che rappresentò una svolta per il fumetto sperimentale di ispirazione pittorica e astratta.
Tra gli autori che maggiormente hanno tratto ispirazione dai lavori di Calligaro ci fu infatti Lorenzo Mattotti, che in una mostra antologica tenuta durante l’edizione 2018 del Comicon di Napoli espose anche alcune tavole di Calligaro, a dimostrazione dell’importanza dell’artista friulano nel sua percorso.

Sulle pagine di Linus Calligaro pubblicò vignette in vari numeri e i fumetti intitolati Manuel e Oreste e Nicola, in bianco e nero e dallo stile caricaturale. Oltre che pittore, fu inoltre illustratore e vignettista satirico per quotidiani e riviste come Il Manifesto, Lotta Continua, Reporter, L’Espresso, Satiricon (La Repubblica), Tango, Cuore (L’Unità) e Le Monde. Nel 2015 il festival bolognese di fumetto e illustrazione BilBOlbul gli dedicò una mostra curata da Paola Bistrot.
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