“Fortezza volante” di Lorenzo Palloni e Miguel Vila: cronache dell’inspiegabile

di Angela Viola Borzachiello

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In una notte d’estate del 1933, un velivolo misterioso si schianta al suolo nei pressi di Vergiate (VR), nella profonda provincia lombarda, lasciando un’enorme scia di fumo e l’omicidio irrisolto di un bambino. Mussolini in persona ordina da subito che l’accaduto venga insabbiato e istituisce un Gabinetto Speciale per indagare in segreto sull’oggetto volante ignoto, i cui resti non coincidono con nessuno dei materiali realizzati sulla terra. 

La notizia dilaga per il paese: nessuno ha mai visto un mezzo come quello. Eppure, chiunque ha un parere sull’evento: un ordigno di guerra tedesco, un’arma militare inglese, un aeromobile spia americano. Due ragazzini del posto, Benedetta e Aurelio, con in mente il sogno di diventare giornalisti, indagano sull’accaduto, ma ben presto scopriranno che è una faccenda molto più grande di quanto possano immaginare. 

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Il fratello maggiore di Aurelio, Attilio, e il suo camerata Ferdinando, sono stati mandati insieme a dei commilitoni a indagare sul caso. Ciò che i protagonisti scopriranno li porterà a confrontarsi per la prima volta nella storia con le potenze extraterrestri, in un febbrile intreccio di spionaggio internazionale che anticipa di trent’anni il caso di Roswell, uno degli incidenti più discussi e controversi dell’ufologia.

La fortezza volante, pubblicato da Minimum Fax, è una storia di fantascienza cupa e misteriosa, scritta da Lorenzo Palloni (tra i fondatori del Collettivo Mammaiuto e della versione italiana del magazine La Revue Dessinée) e disegnata da Miguel Vila (autore di Padovaland, per il quale ha vinto il Premio Boscarato e il Premio Gran Guinigi, e Fiordilatte, premiato come miglior fumetto al Comicon 2022). Questa storia di “fantascienza di provincia” sembra unire perfettamente i percorsi e le ossessioni dei due autori.

Con un segno sottile e grottesco, Vila dà forma ai personaggi di Palloni, alimentando la loro espressività tramite le fattezze esasperate e quasi deformi, che ben si prestano all’ironia amara e pungente che sottende all’intera vicenda. I lineamenti deformi dei visi e le brutture dei corpi rispecchiano la mostruosità e la meschinità d’animo dei protagonisti. Tutti i personaggi di questa storia infatti sono corrotti, calcolatori e materialisti, non esitano a calpestare chiunque per raggiungere il proprio scopo. Anche quelli apparentemente “buoni” hanno solo bisogno della situazione adatta per rivelare la loro vera natura.

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Il segno di Vila è ormai perfettamente riconoscibile: la composizione e successiva frammentazione della tavola – destrutturata a seconda dell’esigenza del racconto in vignette sempre differenti per forme e dimensioni, variegate, che non nascondono la loro predilezione artistica verso Chris Ware – si adattano ai vari intrecci della storia e riescono a delineare come un puzzle l’umanità tormentata e controversa dei personaggi. L’uso del colore minimale crea un impatto visivo freddo e austero, riuscendo a trasportare il lettore in un mondo d’altri tempi, nell’anonimato della provincia italiana, tra potere gerarchico, cupidigia e ambizione. 

Benedetta e Aurelio fingono di essere dediti alla causa fascista per salvarsi la vita e iniziano a lavorare per il regime sotto la direzione di Guglielmo Marconi. Si occupano di fare le riprese alle autopsie dei corpi alieni e degli strani oggetti ritrovati sulla terra. Attilio cerca di proteggere il fratellino Aurelio e la sua famiglia dalle minacce di morte del camerata Ferdinando, con il quale ha una relazione segreta. Ferdinando è innamorato di Aurelio ma non esita a ucciderlo a sangue freddo e insabbiare l’omicidio, quando suo padre scopre la sua natura omosessuale e gli impone di sposarsi e dargli dei nipotini. Lo stesso Guglielmo Marconi è disposto a tutto pur di procedere con le sue scoperte e non si fa scrupoli a far uccidere persone innocenti. 

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In una versione nostrana di Oppenheimer entriamo nella biografia di personaggi reali o verosimili, lasciandoci trasportare nel flusso di una vicenda che, per quanto fantastica, potrebbe non esserlo: il suo fascino, infatti, non sta tanto nell’intreccio fantastico che riunisce i vari personaggi, ma proprio nel realismo inspiegabile e inquietante di un’Italia piena di bugie, di compromessi, di segreti inconfessati, di misteri e ipocrisie che ben si adattano agli anni cupi del Fascismo. Ma che, a ben guardare, si adattano altrettanto bene ai tempi nostri.

Fortezza volante
di Lorenzo Palloni e Miguel Vila
Minimum Fax, maggio 2023
brossura, 204 pp., colore
20,00 € (acquista online)

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