
Alcuni giorni fa, Warner Bros. Discovery aveva deciso di non distribuire più il film Coyote vs. Acme, un lungometraggio a tecnica mista, in parte dal vivo e in parte animato, che avrebbe dovuto riportare in scena Willy il Coyote e Beep Beep, protagonisti di una serie di cortometraggi creati nel 1949 da Chuck Jones e Michael Maltese.
Un portavoce di Warner Bros. aveva dichiarato che, «con il rilancio dello studio Warner Bros. Pictures Animation a giugno, lo studio ha cambiato la propria strategia globale per concentrarsi sulle uscite cinematografiche. Stando a questa nuova direzione, abbiamo preso la difficile decisione di non proseguire con Coyote. Rispettiamo enormemente i realizzatori, il cast e la troupe e siamo grati per il loro contributo al film».
Inizialmente, Warner Bros. aveva anche dichiarato che non avrebbe venduto i diritti di distribuzione ad altri soggetti, al fine di ottenere uno sgravio fiscale di 30 milioni di dollari (a fronte di una spesa di circa 70 milioni per il film). Deadline scriveva che, secondo alcuni, la scelta di non distribuire il film sarebbe stata presa dai dirigenti degli studi cinematografici (Michael De Luca e Pam Abdy) e d’animazione Warner (Bill Damaschke), anche al fine di proteggere l’immagine del franchise dei Looney Tunes. La notizia arrivava a un anno di distanza da altre due contestate cancellazioni, quella di Batgirl, motivata da «cambiamenti strategici della nostra leadership in relazione all’universo DC e a HBO Max», e quella del film animato Scoob! Holiday Haunt.
Tuttavia, dopo pochi giorni, in seguito alle numerose proteste online, Warner Bros. è tornata sui propri passi e ha concesso ai produttori di organizzare proiezioni con altri studi per vendere loro i diritti di distribuzione: tra gli acquirenti più interessati, secondo Deadline, ci sarebbe la piattaforma Amazon Prime Video.
Il film, tratto dal racconto breve Coyote v. Acme di Ian Frazier apparso sul New Yorker nel 1990, raccontata la causa legale intentata da Willy il Coyote nei confronti di Acme, il marchio che fabbrica tutte le trappole utilizzate da Willy e che secondo lui sarebbe responsabile, a causa dei continui malfunzionamenti, dei suoi fallimenti.
In lavorazione dalla fine del 2018, la pellicola è diretta da Dave Green (già regista di Tartarughe Ninja – Fuori dall’ombra), scritta tra gli altri da James Gunn (il regista dei film dei Guardiani della Galassia), che ha co-firmato il soggetto, e vede tra i protagonista John Cena, nel ruolo dell’amministratore delegato della Acme. Il film sarebbe dovuto uscire il 21 luglio 2023, ma nel 2022 fu tolto dal calendario per far spazio a Barbie, e da allora non era stata comunicata la nuova data d’uscita.
Secondo Deadline, dietro la mossa di non distribuire il film ci sarebbe stato in realtà David Zaslav, controverso amministratore delegato di Warner Bros. Discovery, che già si era mosso in maniera simile per proteggere l’immagine dei propri franchise più importanti e tagliare i costi dell’azienda. Hollywood Reporter ha riportato i pareri di diverse fonti che difendono la bontà del film, affermando che nelle proiezioni di prova con il pubblico Coyote vs. Acme sia stato accolto molto bene.
Come era successo nel caso di Batgirl, la decisione è stata ferocemente criticata dagli autori e dai fan online, creando un vero e proprio movimento di protesta anche perché, a differenza delle altre due pellicole cancellate, il film era già ultimato e pronto per la distribuzione. Steven Price, compositore della colonna sonora (e già premio Oscar per le musiche di Gravity), aveva pubblicato online un breve video con un estratto della colonna sonora in cui rielaborava l’Ouverture 1812 di Tchaikovsky, con il coro che intonava il caratteristico verso di Beep Beep. Warner Bros. ha dunque cambiato idea, concedendo alla produzione di cercare nuovi distributori. Oltre ad Amazon, sarebbero interessate al film anche Apple TV e Netflix.
«Per tre anni ho avuto la fortuna di lavorare a un film su Willy il Coyote, il personaggio più ostinato, appassionato e resiliente di tutti i tempi» ha scritto il regista Dave Green sui propri social. «Sono stato circondato da un gruppo bravissimo che ha riversato la propria anima in questo progetto per anni. Volevamo tutti onorare l’eredità di questi personaggi storici e fare loro giustizia. […] Sono oltremodo fiero del prodotto finale e oltremodo devastato dalla decisione della Warner Bros. Ma, nello spirito di Willy il Coyote, resilienza e ostinazione alla fine la spunteranno.»
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